Ghedi (Brescia), 25 settembre 2024 – Cinquanta primavere e ancora almeno due anni di impiego nella base del 6°Stormo dell’Aeronautica militare Italiana di Ghedi, nel bresciano. Questa mattina tra la pista e gli hangar dell’aeroporto Luigi Olivari, sede del 102º Gruppo "Giuseppe Cenni" (Paperi), del 154º Gruppo (Diavoli Rossi) e del 155º Gruppo (Le pantere) è stato celebrato il 50esimo genetliaco del Tornado, che ha effettuato il proprio primo volo sperimentale nell’agosto del 1974 con il prototipo MRCA (Multi Role Combat Aircraft) denominato P-01.
L’evento è stata l’occasione per presentare ufficialmente il velivolo Tornado “Special Color” realizzato per raccontare attraverso la livrea dedicata il un viaggio ideale nella storia operativa compiuta dal Tornado durante il suo impiego cinquantennale, le operazioni che lo hanno visto protagonista e le diverse fasi di evoluzione capacitiva impiegate nei diversi contesti operativi d’impiego, rappresentati dalle varie livree che hanno caratterizzato il velivolo nella sua vita operativa. Il pubblico ha potuto ammirare il velivolo sia a terra che in volo.
La mattinata è stata inoltre caratterizzata da una cerimonia militare presieduta dal Comandante del 6° Stormo, Colonnello Luca Giuseppe Vitaliti.
Al termine della giornata il pubblico intervenuto ha potuto assistere ad una conferenza che ha ripercorso nel dettaglio la nascita del progetto Tornado ed il suo impiego operativo nel corso degli ultimi 50 anni. Il Comandante Vitaliti, relatore ufficiale, ha sottolineato l’importanza di questo velivolo nella storia dell’aviazione: primo caccia italiano impiegato in operazioni reali, fondamento di esperienze, conoscenze e concetti che hanno sostenuto lo sviluppo dell’Aeronautica Militare moderna, di oggi e di domani; 100+1 anni di vita dell’Aeronautica Militare, di cui 50 accompagnati dal Tornado.
“Il 14 agosto del 1974 presso l’aeroporto di Manching in Germania aveva luogo il primo decollo del prototipo del velivolo Tornado dimostrando la validità di un progetto ambizioso che per la prima volta vedeva coinvolte in uno sforzo comune per la realizzazione di un velivolo caccia di nuova generazione tre Nazioni europee: Italia, Regno Unito e Germania. Il progetto prese il nome di “PA-200 Tornado Multi-Role Combat Aircraft (MRCA)” e prevedeva per l‘Aeronautica Militare, per la Royal Air Force (RAF), la Luftwaffe e la Marineflieger un totale di 644 velivoli in versione IDS (Interdictor-Strike) e, successivamente, di ulteriori 165 esemplari in configurazio¬ne ADV (Air Defence Variant). – ha spiegato il Comandante del 6° Stormo -Una collaborazione che pose le basi per lo sviluppo dell’industria aeronautica europea”. Per l’Italia, il primo esemplare assegnato a un Reparto operativo dell’Aeronautica Militare fu il M.M.7006 (6-01), ha equipaggiato il 155°, il 156° e il 102° Gruppo, conseguendo piena operatività e garantendo per ‘Aeronautica Militare il massimo livello di prontezza per poter affrontare i possibili scenari operativi emergenti. Il battesimo del fuoco per i Tornado italiani avvenne a partire dal 14 settembre del 1990, quando 8 velivoli partirono alla volta degli Emirati Arabi Uniti per l’operazione “Locusta”, prima operazione in contesti di guerra per l’Italia e per l’Aeronautica Militare dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il velivolo Tornado, dunque per Italia è stato il primo assetto dal dopoguerra ad essere impiegato in scenari bellici.
“Dopo la Guerra del Golfo, il Tornado è stato sempre schierato per primo nei principali scenari di crisi internazionale, tra cui Balcani, Bosnia e Kosovo, Afghanistan, Libia ed in Iraq, nell’ambito della coalizione per la lotta contro il DAESH per ben tre mandati nel 2014, 2020 e dal 2023 fino ai nostri giorni- ha sottolineato il colonnello Vitaliti - È dunque correntemente schierato in Kuwait per operare nei cieli dell’Iraq nell’ambito dell’Operazione di stabilizzazione “Inherent Resolve”. Nel corso di oltre 40 anni di vita operativa ha saputo conseguire tutti gli obiettivi assegnati in un ampio ambito multiruolo: dall’interdizione alla ricognizione passando per la soppressione delle difese aeree avversarie e la sorveglianza elettronica, fino agli interventi in occasione di calamità naturali ed operazioni di contrasto alla criminalità. Le missioni svolte sono state spesso associate ad un impiego a difesa e sostegno delle Forze di terra, quale abilitante irrinunciabile, e per compiti di concorso a favore di Forze dell’Ordine, la Protezione Civile e del Ministero dell’ambiente, a riprova della sua estrema versatilità”.
Ora a Ghedi e il 6° Stormo sono dotati non solo di velivoli Tornado ma anche di F35.