FEDERICA PACELLA
Cronaca

"Adesso ridateci i nostri figli. Sono loro che ce lo chiedono"

Tolti dai servizi sociali per lo stato di salute del maggiore

Marco Rapisarda e Abigael Mussungo (Fotolive)

Brescia, 30 luglio 2017 - Due genitori che chiedono di essere ascoltati e di poter riavere a casa i loro figli. E’ la storia di Marco Rapisarda, 46 anni, e Abigael Mussungo, 33 anni, residenti a Brescia, genitori di 4 figli di 14, 12, 9 e 7, che a settembre scorso sono stati allontanati da casa, con un provvedimento di un anno e mezzo, e collocati in due strutture a Verona e a Brescia. "Stiamo lottando per riavere i nostri bambini, che chiedono di tornare a casa. Ce li hanno tolti senza che ci fossero prove di maltrattamenti", spiega la madre. Tutto inizia nella primavera 2016, dopo che i due decidono di ritirare il maggiore, affetto da un lieve ritardo cognitivo, da un centro diurno che stava frequentando come da indicazioni dei servizi sociali.

Parte quindi la segnalazione al Tribunale dei minorenni, in cui viene specificato anche che i genitori rifiutavano di dare uno stabilizzatore dell’umore al bambino. "Abbiamo sospeso il farmaco – ricorda la madre – in accordo con il neuropsichiatra, perché nei due mesi di somministrazione stava male". I due non si presentano per due volte in Tribunale, ma in entrambi i casi è per una mancanza dell’avvocato. Tuttavia, vista la latitanza, viene stabilito l’allontanamento dei bambini. "Da settembre possiamo vederli solo una volta al mese – ricostruisce Abigael – per mezz’ora".

Non ci sarebbero maltrattamenti né pregiudizi accertati sui bambini e gli stessi servizi sociali avrebbero riconosciuto ai genitori una serie di competenze. Le ragioni dell’allontanamento sarebbero le presunte difficoltà relazionali "ascrivibili ai problemi psichiatrici del padre e ai "tratti paranoidei" della madre". Da giovane Ripasarda aveva sofferto di depressione dopo la fine di una relazione importante. Non risulterebbero, invece, diagnosi nei confronti della madre. Stanchi di lottare da soli, nelle ultime settimane Abigael e Marco hanno chiesto aiuto alla Onlus Comitato dei cittadini per i diritti umani, che ha avviato una petizione per chiedere al sindaco di Brescia un intervento per tutelare i bambini e aprire un’inchiesta sull’operato dei funzionari coinvolti.