Brescia – Un traffico internazionale di droga al cui centro nevralgico c’era Brescia. È questo il giro che la polizia, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia della procura di Brescia, ha sgominato eseguendo 45 misure cautelari nell’ambito di un’ampia operazione contro il narcotraffico e le organizzazioni criminali. Di queste, 30 indagati sono stati condotti in carcere, 12 sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre per altri tre sono state disposte misure restrittive alternative. L’indagine ha portato anche all'esecuzione di numerose perquisizioni su vasta scala.

I provvedimenti riguardano cittadini italiani, albanesi e nordafricani, residenti in diverse province italiane tra cui Brescia, Reggio Calabria, Catanzaro, Napoli, Palermo, Roma, Milano, Foggia, Cosenza, Ragusa, Trapani, Mantova, Cremona, Pavia, Chieti, Bolzano e Biella. Il fulcro dell'attività investigativa si concentra su tre gruppi criminali specializzati nel traffico di sostanze stupefacenti, con un sistema strutturato per l'importazione di droga dal Sudamerica, dal Marocco e dall'Olanda. Le sostanze venivano poi distribuite dalla provincia di Brescia su tutto il territorio nazionale.

Nel complesso è stato contestato il traffico di circa due tonnellate di cocaina, una tonnellata di hashish e 700 chili di marijuana. Il primo gruppo criminale, che gravitava in particolare nella provincia di Brescia, avrebbe importato droga direttamente dai paesi produttori, nello specifico cocaina dalla Colombia – grazie all'intermediazione di una donna ritenuta collegata a soggetti del “clan del golfo” – e hashish proveniente dal Marocco fatto transitare dalla Spagna, dove tra l'altro sarebbe scappato uno dei destinatari della misura cautelare, dichiarato latitante. Per comunicare tra loro, i gruppi utilizzavano avanzate tecnologie criptate.
La Stidda connection
Le consegne di droga avvenivano in zone controllate da clan criminali, tra cui i napoletani Contini e Orlando-Polverino-Nuvoletta, mandamenti mafiosi palermitani e gruppi della Stidda nissena. La droga, trasportata via mare e su gomma, è stata trovata in case, auto, una cisterna per il latte e una cava nel Leccese. Ad aprile 2023 è stata scoperta una raffineria clandestina nel Reggino, gestita da colombiani per il confezionamento della cocaina. Sono stati arrestati un colombiano e un italiano e sequestrati 34 chili di cocaina con marchi “888” e “Cartier”, 11 chili di sostanza da taglio, acetone, una pressa idraulica e altre attrezzature per la lavorazione.
I legami con il crimine organizzato
L'inchiesta ha permesso di scoprire che uno dei due gruppi criminali coinvolti vantava stretti rapporti con esponenti di diverse organizzazioni mafiose, tra cui la ‘ndrangheta, Cosa Nostra, la camorra, la Stidda e la Sacra Corona Unita. Questo legame ha permesso loro di accedere a ingenti quantitativi di stupefacenti e di gestire la distribuzione attraverso canali ben strutturati e sicuri.
Le indagini
Le autorità hanno sottolineato che l'operazione rappresenta un duro colpo per il traffico di droga in Italia e testimonia l’impegno costante delle forze dell'ordine nella lotta alla criminalità organizzata. L’indagine, durata diversi mesi, ha richiesto l’impiego di strumenti tecnologici avanzati per il monitoraggio delle attività illecite, oltre alla collaborazione tra diverse forze di polizia e magistrature.

Ulteriori dettagli sull'operazione verranno resi noti nel corso della conferenza stampa, prevista per le ore 11 presso la Questura di Brescia. Le autorità forniranno informazioni più approfondite sugli arrestati, sui sequestri effettuati e sul modus operandi delle organizzazioni smantellate. Si tratta di un'operazione che potrebbe avere ripercussioni significative sul panorama del narcotraffico in Italia, con l'obiettivo di disarticolare completamente la rete criminale e di garantire maggiore sicurezza ai cittadini.
Il mercato della droga
Come arriva la droga in Lombardia non è un mistero. Parte dall’Asia e soprattutto dal Sud America, giunge via mare nei porti italiani (primo fra tutti lo scalo calabrese di Gioia Tauro), percorre le autostrade e infine arriva nei magazzini lombardi gestiti dal crimine organizzato. Da lì, viene distribuita da migliaia di piccoli spacciatori nelle piazze, nei parchi, vicino alle scuole.

La Lombardia è il primo mercato nazionale del traffico di stupefacenti. Qui viene sequestrato un sesto della droga intercettata in Italia e si regista la maggiore incidenza di minorenni e di stranieri segnalati per spaccio. Con queste premesse non sorprende che sia la prima regione per numero di tossicodipendenti in cura (quasi 19 mila).
Le droghe più diffuse in Lombardia
L’uso di droga, in quanto attività illegale, è molto difficile da stimare. Se l’utilizzo di droghe leggere come cannabis e marijuana è generalmente maggiore, quello su cui l’autorità giudiziaria pone maggiore attenzione è quello delle droghe pesanti. Premesso ciò, tra le sostanze sequestrate in Lombardia domina la cocaina, seguita di poco dall’hashish e poi dalla marijuana e dall’eroina.
La Lombardia, in particolare, sembra avere un problema con la cocaina, una delle più comuni e potenti sostanze stimolanti. Circa 120 mila lombardi fanno uso di cocaina (1 su 50) e tra i giovani, in particolare, la diffusione ha superato quello dell’eroina. A livello nazionale, ne circola sempre di più e i protagonisti sono le organizzazioni del crimine organizzato, in primis la ‘ndrangheta.