
Svastiche in centro a Brescia
Brescia – “Mi hanno chiesto cosa pensassi del Duce e del fascismo. Quando gli ho esposto il mio pensiero, mi hanno aggredito”. Cinque pugni in faccia e dieci giorni di prognosi. È ciò che ha ricevuto un professore di 36 anni dell’Istituto Antonietti di Iseo per aver criticato Benito Mussolini e il regime fascista. L’aggressione, ad opera di alcuni giovanissimi, è avvenuta venerdì sera in via Fratelli Bandiera a Brescia.
Secondo le prime ricostruzioni, l’insegnante stava camminando per strada quando è stato avvicinato da un gruppo di ragazzi, uno dei quali lo ha chiamato per nome. Lui si è avvicinato e uno dei giovani gli ha chiesto cosa ne pensasse del fascismo e del Duce, sostenendo che quel periodo fosse meglio dell’attuale. Alle contro-argomentazioni del docente, il gruppo ha risposto con violenza: uno dei ragazzi ha iniziato a prenderlo a pugni al volto e alla testa.
Il professore è riuscito a girare un video dell’aggressione e ha chiamato i carabinieri. A quel punto il gruppetto di facinorosi è scappato. Sul posto sono arrivati i soccorritori e l’uomo è stato portato agli Spedali Civili di Brescia. I militari dell’Arma stanno indagando sull’accaduto e lavorando per identificare i responsabili.
“L’aggressione squadrista all'insegnante di Brescia dimostra che hanno ragione le antifasciste e gli antifascisti che sono scesi in piazza nonostante il divieto”. Questo il commento di Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista. “Torniamo a chiedere le dimissioni del questore che ha lasciato sfilare i neofascisti che hanno imbrattato con svastiche una città che subì la strage di Piazza della Loggia e fatto caricare antifascisti. Vergognose le dichiarazioni della sindaca che avrebbe dovuto stare in piazza con la fascia tricolore con gli antifascisti. A Brescia ora la destra propone sfacciatamente un ordine del giorno in consiglio comunale di condanna del presidio antifascista”.