Depuratore del Garda Al via la progettazione e studio sull’impatto

I contrari hanno ribadito al prefetto il no ai reflui nel Chiese e ai due impianti a Gavardo e Montichiari

Al via la progettazione definitiva e lo studio di impatto ambientale per il depuratore del Garda, che prevede i due impianti a Gavardo e Montichiari con scarico del Chiese. Il commissario straordinario, prefetto Maria Rosaria Laganà (dal 20 gennaio ha preso il posto di Attlio Visconti) ha ribadito di aver affidato ad Acque Bresciane l’incarico di avviare la fase di progettazione definitiva, confermando la scelta del progetto ai rappresentanti del presidio ‘9 agosto’, che, dopo 6 mesi di presidio ininterrotto (notte e giorno) ai piedi della Prefettura, hanno potuto incontrare il commissario. "Laganà ha confermato la linea del precedente commissario – spiega Pietro Zanotti – tuttavia abbiamo capito che l’idea che si è fatta su questo progetto è viziata da una serie di dati non corretti". Al prefetto-commissario è stato ribadito il no a portare i reflui nel Chiese. "Il bacino idrografico del Chiese – sottolinea Gianluca Bordiga – non ha bisogno di essere rimpinguato, perché ha qualità eccellenti ed acqua notevole, con 1,2 miliardi di metri cubi all’anno di portata media. Deve essere rispettato, smettendola di depauperarlo con derivazioni innaturali abnormi. Questo ambiente non può, per una concezione speculativa, subire sversamenti di depurazione diversa, perché lo porterebbe alla morte biologica". Tramite il commissario, il presidio ha chiesto di incontrare gardesani e comparto agricolo. E per il 26 febbraio si prepara una nuova manifestazione in piazza. "Il Garda ha già un sistema di depurazione – sottolinea Alessandro Scattolo – si deve riammodernare l’esistente". F.P.