FEDERICA PACELLA
Cronaca

Covid a Brescia: "Al Civile l’83% sono ricoverati bresciani"

Il direttore generale dell’Asst Massimo Lombardi traccia un primo bilancio: "Ho l’impressione che i numeri siano più alti che in primavera"

Massimo Lombardo, direttore generale della Asst Spedali Civili (Ansa)

Massimo Lombardo, direttore generale della Asst Spedali Civili (Ansa)

Brescia, 12 novembre 2020 - «I ricoverati Covid al Civile? Per l’82-83% sono bresciani". Massimo Lombardo, direttore generale di Asst Spedali Civili, in commissione Servizi alla persona del Comune di Brescia ha sgombrato il campo dai dubbi sull’emergenza Covid a Brescia. Rispetto alla prima ondata, oggi la situazione sembra solo apparentemente migliore. Se è vero che il filtro di via Morelli sta tenendo ‘libero’ il Pronto soccorso e che la capacità di curare precocemente consente di intercettare i casi prima che diventino irrecuperabili, di contro il trend in crescita e la pressione in aumento sui ricoveri in medicina non fanno stare sereni. Sono stati attivati 24 posti di terapia intensiva (TI) Covid e potenziati quelli no Covid, a cui va aggiunta l’unità di 10-12 posti alla Fiera di Bergamo. Rispetto a marzo, la pressione è soprattutto sulla medicina, perché oggi arrivano anche pazienti con sintomi non gravi. "Anche le polmoniti lievi necessitano di una ventilazione non invasiva. Stiamo potenziando molto di più i letti per acuti di tipo medico-pneumologico. Entro oggi apriamo altri 50 posti letto, ulteriori 100 per il fine settimana". L’impressione "è che i numeri possano essere più alti di quelli di scorsa primavera". Non arriveranno in tempo i posti aggiuntivi di terapia intensiva previsti dal bando nazionale, visto che il nome del progettista per Brescia è arrivato solo da 15 giorni. Resta inoltre il nodo del personale. Per reggere l’aumento della TI sono state ridotte le attività di elezione di sala operatoria. "Abbiamo assunto 250-260 professionisti, meno di quanto avremmo voluto. Degli 82 infermieri che avremmo voluto reclutare per i servizi territoriali, a fine anno arriveremo a non più di 20". Guardando in prospettiva, Lombardo spiega: "Ci stiamo intanto preparando per la terza ondata. Bene le notizie sul vaccino, ma sono realista. Dobbiamo vaccinare 50 milioni di italiani, fatico a pensare che si possa fare in breve tempo". Prosegue, intanto la ricerca: l’Asst ha avviato lo studio per verificare la possibilità di usare dei farmaci per inibire l’infiammazione del tessuto endoteliale, tra gli effetti più pericolosi di Covid.