
In calo soprattutto pap-test e mammografia,
Brescia, 14 febbraio 2021 - La paura di Covid frena la prevenzione. Per il 2020 i dati di Ats Brescia indicano il 44,63% di adesione al pap test contro il 52% nel 2019, del 44,6% per lo screening del colon retto contro il 50-51% nel 2019; meglio è andata per le mammografie, con il 62% di adesione, sopra il 61% nel 2019. Tuttavia, per il 2021 si tema che gli sforzi fatti dalle strutture ospedaliere per garantire gli accessi in sicurezza siano vanificati dalla paura di contrarre il Sars-Cov2, con buona pace della prevenzione.
"Dall’esperienza degli ambulatori – spiega Silvia Colasanti, direttore di specialistica aziendale dell’Asst Spedali Civili di Brescia – vediamo numeri buoni sulla colonscopia, mentre per pap-test e mammografia, nonostante il recall telefonico, c’è un 15-20% che non si presenta. Una situazione analoga la registriamo anche in altre specialità, con una media di -10/15%. Tra le più penalizzate c’è la cardiologia, con un -13/15%, la neurologia arriva addirittura a -18/20%, ma anche ematologia e pneumologia". Chi non si presenta alle visite troppo spesso non ha neanche l’accortezza di avvisare la struttura. «Se almeno lo sapessimo, potremmo lasciare il posto agli altri, riducendo i tempi – ricorda Cosalanti - l’invito è, comunque, a non trascurare la prevenzione". Anche in Poliambulanza si registra lo stesso trend, nonostante le misure adottate e la vaccinazione del personale (il 94%). "In questo periodo – spiega il direttore generale Alessandro Triboldi – abbiamo disponibilità quasi nell’immediato per prestazioni coperte dal SSN, sia per mammografia, che pap test che visite ginecologiche. L’appello è a non rimandare esami fondamentali per patologie che, se non prese in tempo, sono poi difficili da curare". Rispetto al 2020, quando le visite sospese durante la prima ondata sono comunque state recuperate, ora il calo è legato alla ritrosia delle persone ad entrare nelle strutture ospedaliere.
"Ma si corrono più rischi in occasioni di socialità", evidenzia Triboldi. "Le proiezioni parlano di un aumento di tumori alla mammella. La disponibilità di diagnosi precoce va assolutamente sfruttata – sottolinea Alessandra Huscher, coordinatrice della Breast Unit - c’è anche una questione di responsabilità collettiva: se le strutture sanitarie si attrezzano per erogare in sicurezza queste prestazioni, è importante accedere".