FEDERICA PACELLA
Cronaca

Covid, un piano d’azione: la sanità di Brescia unisce le forze

Allo studio la risposta all’eventuale seconda ondata di contagi. L’obiettivo è superare la separazione tra ospedale e medici del territorio

La sanità vuole farsi trovare pronta

Brescia, 13 ottobre 2020 - Superare la rigida separazione tra territorio e ospedale, imparando da ciò che non ha funzionato nella prima ondata di Covid. Mentre i casi di nuove positività continuano a crescere (+44 nel Bresciano ieri, con 2 decessi nel territorio di Ats Brescia a ottobre), il quadro della risposta bresciana alla seconda ondata si va pian piano componendo. Dopo l’avvio del centro dell’Asst Spedali Civili di via Morelli, utile per la diagnosi differenziale che dovrebbe evitare l’intasamento dei pronto soccorso, si sta lavorando sul ruolo della medicina territoriale. Al riguardo si è riunito ieri il Coordinamento per la rete territoriale di Ats Brescia, previsto dal piano di potenziamento e riorganizzazione della rete di assistenza territoriale della Regione e che comprende enti locali, Asst, ordini professionali, rappresentanti di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, enti ospedalieri con pronto soccorso, enti socio-sanitari. Oltre alle strutture ospedaliere, che per ora non sono in sofferenza sul fronte dei ricoveri nonostante l’aumento di positivi, centrale sarà la rete di cure primarie.

Secondo il paradigma della medicina di iniziativa, il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta assicureranno a livello territoriale la sorveglianza del paziente Covid anche nell’ambito della presa in carico del paziente cronico e fragile. La contattabilità per tutta la giornata consentirà di contenere il contatto diretto e limitare i rischi di contagio dei medici e del personale stesso, nonché la diffusione del contagio. Nella riunione sono stati costituiti anche i sottogruppi di lavoro, tra cui uno dedicato alla comunicazione, sollecitato già nella prima riunione dalla delegata del sindaco di Brescia, Donatella Albini, che aveva spiegato che "devono essere date indicazioni sintetiche e precise in più lingue per evitare la confusione". Al tavolo del Crt anche le cooperative, rappresentative del mondo delle Rsa e Rsd. "Ci occupiamo di persone con fragilità – sottolinea Alberto Festa, presidente Federsolidarietà-Confcooperative Brescia - per le quali il lockdown non dico non sia finito, ma quasi. Le visite sono contingentate ancora oggi, gli accessi nei centri diurni sono in piccoli gruppi, scadenzando le attività. La mancata relazione di rapporto con parenti e volontari è certamente penalizzante. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, tutti gli attori hanno redatto i Pog, Piani operativi gestionali".