REDAZIONE BRESCIA

Covid, studio bresciano: possibile trasmissione da madre a feto

Un gruppo di ricercatori ha fornito per la prima volta le prove definitive relative alla possibilità, seppur molto rara, della cosiddetta "trasmissione verticale" dell'infezione

Neonato, foto generica

Brescia, 1 settembre 2020 - Nuovo studio su Covid-19 in Lombardia, la zona d'Italia più colpita dell'emergenza coronavirus. Un gruppo di ricercatori bresciani, coordinati dal direttore del Laboratorio di Anatomia Patologica dell'Università degli Studi/Spedali Civili Fabio Facchetti, ha fornito per la prima volta le prove definitive relative alla possibilità, seppur molto rara, della cosiddetta "trasmissione verticale" dell'infezione Sars-Cov-2 dalla madre al feto attraverso la placenta. Lo studio, pubblicato sul numero di settembre della rivista EBioMedicine del gruppo editoriale The Lancet, si è focalizzato sulla placenta di una giovane donna ricoverata alla 37esima settimana di gravidanza per la comparsa di febbre e altri sintomi ricollegabili all`infezione da Covid-19.

La donna, risultata poi positiva al virus, ha dato alla luce per parto indotto un neonato maschio, che a 24 ore dalla nascita è risultato anch'esso positivo, sviluppando polmonite con difficoltà respiratoria. Attraverso varie tecniche di indagine, i ricercatori hanno dimostrato la presenza di Sars-Cov-2 in diverse componenti della placenta, appartenenti sia alla madre (cellule infiammatorie nel sangue materno), che al feto. In particolare le proteine virali spike e nucleocapside, così come l`Rna virale, sono stati osservati in abbondanza nelle cellule fetali che rivestono il villo coriale (sinciziotrofoblasto) e che sono a contatto diretto con il sangue materno. Questo dato è stato poi confermato dalla microscopia elettronica, che ha permesso di identificare particelle virali anche in cellule endoteliali dei capillari del villo e - fatto mai osservato prima e prova definitiva della trasmissione verticale - in globuli bianchi fetali circolanti all`interno dei capillari. 

I ricercatori hanno esaminato la proteina spike del virus Sars-Cov-2 dalla placenta di 101 donne che hanno partorito tra il 7 febbraio e il 15 maggio 2020 presso gli Spedali Civili di Brescia, tra cui 15 sono risultate positive al virus, 34 negative e 52 non valutabili o per mancanza di appositi criteri o per aver partorito prima della dichiarazione della pandemia. Sebbene sia noto che l`infezione da Coronavirus colpisca prevalentemente i polmoni e che siano i meccanismi infiammatori da essa scatenati i principali responsabili dei danni all'organo, nel caso della placenta, invece, lo studio ha osservato come l`evoluzione clinica sia stata decisamente positiva, con una rapida guarigione sia della madre che del bambino. Questo aspetto ha indotto i ricercatori a considerare che nel tessuto placentare la reazione infiammatoria possa avere delle caratteristiche peculiari, come di fatto è poi emerso dalle loro analisi.