
L'incubatore di Clusane e, a destra, coregoni pescati nel lago d'Iseo
Clusane, 11 settembre 2023 – Ottime notizie per i pescatori del lago d’Iseo e di Como e cattive per quelli del lago di Garda. Se sul lago d’Iseo e sul lago di Como saranno possibili nuove immissioni di larve di coregone dagli incubatoi, questo non accadrà nel Benaco.
L’esclusione
La notizia è arrivata, come un fulmine a ciel sereno, nelle scorse ore. La conferma giunge direttamente dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Diego Invernici, che ha lavorato a lungo per riuscire a ottenere il reinserimento del gustoso pesce almeno sul lago di Como e su quello d’Iseo.
Per il Garda la situazione è molto più difficile, anche perché mancano studi specifici sulla biomassa e sulle specie. Il fatto che poi il Benaco sia diviso territorialmente tra tre regioni rende le cose più complesse. A soffrire, dato che il ripopolamento è stato bloccato due anni fa, sono pescatori di professione e ristoratori.
Purtroppo, però, il coregone per il Garda è stato ritenuto dal ministero, seguendo le direttive anche europee, “specie alloctona”, ovvero non nativa dell’ecosistema gardesano.
Pescatori in rivolta
Per i pescatori di professione sul Garda il coregone rappresenta l’80% del pescato. Secondo le loro stime questa specie sta già diventando più rara. Nei ristoranti, dicono gli chef, è uno dei pesci di acqua dolce più richiesto. Comprensibile, quindi, la loro irritazione.
Gli altri laghi
“Il coregone torna nel Lago d’Iseo e in quello di Como – si legge nella nota diffusa dal consigliere Invernici – Una notizia attesa da tempo, che finalmente possiamo dare dopo che il ministero dell’Ambiente ha confermato all’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi l’autorizzazione per l’immissione del coregone per il triennio 2024/2026” nelle acque dei due bacini lombardi.
Per quanto riguarda il Sebino le produzioni potranno essere realizzate dall’incubatoio di Clusane per un massimo annuo di 5 milioni di larve di circa 12 millimetri. Sul Lario le produzioni verranno dall’incubatoio Fiumelatte, per un massimo annuo di un milione e 600mila soggetti di taglia fino a 60 millimetri.
Gli uffici regionali provvederanno a definire gli aspetti tecnici e contrattuali della gestione, così da consentire la ripresa delle immissioni a partire dalla prossima primavera.
Il commento
“Non esito a definirlo un risultato storico – prosegue Invernici – ottenuto grazie alle battaglie del territorio e al lavoro degli uffici regionali, che dopo aver inviato uno studio di valutazione del rischio nel 2021, a cui è seguita la richiesta di deroga, hanno avuto vinto sulla burocrazia e l’estremismo ambientalista, dimostrando che il coregone è a tutti gli effetti una specie autoctona. Ringrazio l’assessore Beduschi per l’impegno in questo campo e tutti coloro che hanno lavorato e ci hanno creduto con noi”.
Per i pescatori di professione dei laghi di Como e Iseo, così come per gli chef, si tratta di un vero e proprio sospiro di sollievo, dato che anche su questi specchi d’acqua il coregone (noto anche come lavarello) è richiestissimo.