REDAZIONE BRESCIA

"Con i click day non si risolve la piaga del sommerso"

L'Ufficio immigrati della Cgil Brescia esamina l'economia dell'immigrazione, evidenziando lavoro povero, nero e vulnerabile, settori in cui l'impresa parla straniero e click day che rischiano di innescare guerre tra poveri. La pandemia ha lasciato il segno sull'occupazione degli stranieri.

"Con i click day non si risolve la piaga del sommerso"

Lavoro povero e vulnerabile, piccole partite Iva, ma anche settori in cui l’impresa parla per lo più straniero. E sullo sfondo i click day dei flussi che, alla prova dei fatti, rischiano solo di innescare guerre tra poveri. Sono le tante sfaccettature dell’economia dell’immigrazione, vista dall’osservatorio dell’Ufficio immigrati della Cgil Brescia, guidato da Driss Enniya (nella foto). "Il lavoro povero continua ad esserci – racconta – ed anche lavoro nero. Pensiamo all’edilizia, dove con il superbonus che ha innescato la richiesta di lavoratori si sono arricchiti anche “mediatori” che procurano manodopera a chi ne ha bisogno. Per gli ultimi della catena la paga diventa bassa, perché ci sono diversi passaggi. Ma ci sono anche settori come l’autotrasporto in cui le imprese sono per lo più di cittadini pakistani, che hanno anche anche 40, 50 mezzi di trasporto. Poi, però, se prendi lo stipendio del singolo lavoratore trovi retribuzioni al ribasso".

La pandemia ha lasciato il segno sull’occupazione degli stranieri. "Sentiamo sempre dire che manca la manodopera – sottolinea Enniya – in realtà, il problema è che non si riesce a metter insieme domanda e offerta. Il 2 dicembre ci sarà un nuovo click day, ma dalla nostra esperienza vediamo che la maggioranza di chi arriva in questo modo non sa neanche dove sia il datore di lavoro. È solo un’ipocrisia, forse il 3% ha un lavoro vero. Le persone ci sarebbero, tra chi oggi è sfruttato, disoccupato o chi è qui come rifugiato". D’altra parte, mentre si aprono i flussi con i click day, i numeri dell’Istat evidenziano come, in 10 anni, ci sia stato un calo dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro. "Anche lì, si tratta di un effetto della burocrazia: chi può chiede il permesso di soggiorno per motivi famigliari, che dura di più, visto che poi ci vuole un anno per averlo e rinnovarlo". F.P.