FEDERICA PACELLA
Cronaca

Cittadinanza, l'odissea di Oumayma. Oggi presidio a Brescia

E' in Italia da 14 anni ma l’iter per la richiesta è lungo e farraginoso. "A volte viene voglia di rinunciare"

Oumayma Belamdissam è nata nel 1997 in Marocco risiede nel Bresciano da 14 anni Laureata i

"Un’odissea , a volte verrebbe voglia di rinunciare". Oumayma Belamdissam racconta così l’iter per la richiesta di cittadinanza italiana, a cui si è approcciata da qualche mese. Nata nel 1997 in Marocco, residente nel Bresciano da 14 anni ("ma per varie ragioni ho maturato i 10 anni a ottobre"), laureata in scienze dell’educazione e ora studentessa a Bergamo in diritti e cooperazione internazionale, Belamdissam si è scontrata con le difficoltà di non esser cittadina del Paese in cui vive. "Alle superiori, ogni volta che dovevamo fare un viaggio all’estero, c’era l’ansia di capire se i documenti erano in scadenza. Oggi, che sono un’educatrice e che studio diritto, non ho le opportunità che hanno i miei colleghi, perché senza cittadinanza non posso partecipare a concorsi. Potrei essere l’insegnante o l’avvocato migliore del mondo, ma è come se non ci fossi". Per Belamdissam , poi, è una vera sofferenza non poter votare. "Seguo molto la politica, ma non posso partecipare alla vita democratica. Immagino che la situazione di chi è nato in Italia sia ancora peggiore della mia, perché c’è anche una questione di identità, già forte in chi è cresciuto qui come me, ancor più dolorosa per chi qui è nato". Le procedure farraginose, con aspetti di discrezionalità, rendono la richiesta di cittadinanza un problema nel problema. "Ci sono i criteri, 10 anni di residenza, il reddito, una mole di documenti che bisogna far arrivare dal Paese d’origine, con tempi e costi elevati. E non sempre si ha a che fare con persone che agevolano l’iter. A volte vien voglia di mollare". Per sollecitare una revisione della legge 91/1992, la rete Restiamo Umani ha organizzato per oggi, dalle 15, un presidio in largo Formentone, a cui interverranno Collettivo Uno, AfroBrix, Giovani del Centro culturale islamico, Owa.Community. All presidente del consiglio comunale, Roberto Cammarata, sarà consegnata la petizione per chiedere di prendere posizione. "Il meccanismo di 30 anni fa non rispecchia più l’attuale società italiana", spiega la portavoce della rete Siria Garattini.