FEDERICA PACELLA
Cronaca

Città senza fumo, la Loggia dice no: "Senza controlli divieto inutile"

L’indagine commissionata da Lilt Lombardia non ha trovato ampi consensi tra la cittadinanza. Per il 70% sarebbe inefficace impedire la sigaretta nei parchi e negli spazi pubblici all’aperto.

Città senza fumo, la Loggia dice no: "Senza controlli divieto inutile"

Città senza fumo, la Loggia dice no: "Senza controlli divieto inutile"

Città senza fumo? A Brescia la risposta è tiepida: per più di uno su cinque non è particolarmente importante vietare il fumo negli spazi all’aperto come parchi o l’esterno degli ospedali. È uno dei dati che emerge dalla nuova indagine sul fumo, presentata dal Coordinamento regionale di Lilt Lombardia in occasione della Giornata mondiale senza tabacco che ricorre il 31 maggio. Dalla ricerca, commissionata dalla Lega italiana per la lotta al tumore lombarda a Swg, emerge che sei bresciani su dieci hanno avuto esperienze col fumo in quanto fumatori (38%) o ex fumatori (22). La prima sigaretta? A 17 anni, in compagnia di amici (nell’83% dei casi). La sigaretta tradizionale è quella più utilizzata (41%), anche se cresce il numero di chi affianca anche quelle elettroniche. La percezione è che tra i più giovani proprio queste ultime siano più diffuse, seppur ritenute più dannose per l’ambiente (36%); desta, invece, più curiosità la cannabis e la cannabis light (29%), mentre non ci sono dubbi nel ritenere che i dispositivi elettronici siano quelli più di moda (49%). In ogni caso, è un’abitudine che costa, non solo alla salute, ma anche al portafoglio: in media va ‘in fumo’ uno stipendio all’anno, circa 1.346 euro. Il 43% di chi fuma smetterebbe per risparmiare, per cui l’ipotesi di un aumento importante dei prezzi comporterebbe un cambiamento delle scelte dei fumatori.

A Brescia, invece, il 70% ritiene poco efficace il divieto assoluto di fumare all’aperto perché le persone non lo rispetterebbero o perché non ci sarebbero controlli adeguati. Per il 23%, invece, non è importante rendere le città smoke free (fondamentale, invece, per il 18%). "I dati che emergono dalla ricerca sono preoccupanti e fotografano quanto ancora sia radicata nella nostra Regione l’abitudine al fumo, ma anche quanto l’attività della Lilt in Lombardia sia di primaria importanza – ha commentato Ilaria Malvezzi, coordinatrice regionale Lilt Lombardia –.Presente in ogni provincia, ogni anno Lilt si impegna nel contrasto al fumo con diverse attività. Ha raggiunto oltre 40mila studenti nelle scuole: dalle primarie, con il progetto Agenti 00Sigarette, e alle superiori con interventi specifici e il coinvolgimento di giovani testimonial".