Il progetto Ciclovia del Garda: "Un’opera molto pericolosa"

Il parere di Paolo Pileri, professore di pianificazione territoriale del Politecnico

Gli amanti delle due ruote sono in aumento ma si pensa anche alla sicurezza dei ciclisti

Gli amanti delle due ruote sono in aumento ma si pensa anche alla sicurezza dei ciclisti

Brescia – «La domanda è: qual è l’obiettivo della ciclovia del Garda? Mettere un’attrazione in più sui depliant degli alberghi? E quando ci scapperà il morto che succederà?". Una posizione netta quella espressa (non per la prima volta) da Paolo Pileri, ingegnere e professore di pianificazione territoriale e ambientale del Politecnico di Milano, ex componente del tavolo tecnico ministeriale per le 11 ciclabili nazionali.

"Su 11 progetti, l’unico verbale che non ho firmato è quello della ciclovia del Garda – ha sottolineato in Senato, dove ieri pomeriggio si è svolta una conferenza sulla ciclovia su iniziativa della senatrice veronese Aurora Floridia di Europa Verde -. Dal punto di vista del rischio e del paesaggio è un disastro, non s’ha da fare. Chi vuole proseguire dice che comunque il rischio zero non esiste. Non è vero: non facendo questo progetto, non si espongono le persone ai rischi. E, inoltre, non si creano pericolosi precedenti, che potrebbero portare a ideare progetti analoghi in altre zone".

Le preoccupazioni del Coordinamento interregionale per la tutela del Garda sono note: si tratterebbe un’opera a sbalzo sul lago in un territorio a rischio idrogeologico (come ha dimostrato la recente frana a Tremosine) a costi elevatissimi. "Nel 2017 – ha spiegato Paolo Ciresa, a nome del Coordinamento – si preventivava un costo di 344 milioni. Oggi, stando ai dati reali dei tratti in approvazione, arriviamo a 1,2 miliardi, più i costi di gestione e manutenzione".

Unanime la richiesta di fermarsi per valutare alternative più sostenibili, come l’intermodalità con la via d’acqua, proposta da Maria Stella Gelmini (senatrice bresciana di Azione) nella forma della metropolitana del Garda su acqua, e condiviso anche dal senatore dem Alfredo Bazoli. Per il 3° lotto lombardo, da Toscolano Maderno a Limone, in particolare, la proposta è di integrare la ciclovia con il servizio di navigazione. "Ma l’infrastruttura non è la priorità – ha ribadito Gelmini -. Il Garda deve porsi per l’immediato futuro il “senso del limite” vale a dire il limite di tolleranza dell’eco sistema, e deve stabilire la connessa “capacità di carico” dell’intera area", ha concluso la presidente della Comunità del Garda.