REDAZIONE BRESCIA

Il tenero Cicciobello fece impazzire il mondo, addio al designer Micheletti

La storia del bambolotto più amato dalle bambine inizia sulle rive del lago d'Iseo grazie al suo creatore, scomparso a 90 anni di Milla Prandelli

Milla Prandelli con i bambolotti Ciccobello

Brescia, 24 settembre 2015 - Chi, tra gli italiani nati dagli anni ’60 in poi, non ha mai preso tra le braccia la bambola per antonomasia, ovvero “Cicciobello”, uno dei primi pupazzi a vantare il corpo morbido, pensato per intenerire ogni bambino? Pochi, benché la fama del giocattolo sia internazionale, sanno che la storia di Cicciobello è iniziata sulle rive del lago d’Iseo, il secondo specchio d’acqua del bresciano, da cui viene il nome della prima azienda che lo produsse: ovvero la Sebino Bambole di Pilzone di Iseo.

A fondare quello che poi è diventato un vero e proprio impero del giocattolo è stato Luci Micheletti, morto l’altra sera a oltre 90 anni. Micheletti, originario di Milano, approdò sul lago d’Iseo per amore di Tina Bonardi, conosciuta nella capitale lombarda, con cui nel 1961 aprì una piccola azienda a Vello di Marone, poco dopo trasferita a Pilzone, la frazione di Iseo dove era nata la sua amata Tina, morta nel 2011. La scelta, al tempo, cadde sulla Filanda del Prete, oggi sede del Cantiere Nautico Pezzotti. Lì Lucio e Tina, che lavoravano spalla a spalla insieme alla sorella di lei Carla, realizzavano bambole bellissime. Tanto speciali da essere richieste anche da Buckingham Palace. Lucio Micheletti sul lago d’Iseo è ricordato con affetto da molte persone, perché vendeva le sue bambole, girando da solo su una Lambretta. Divenne così noto da essere protagonista di una mostra realizzata nel 1958 dall’azienda autonoma di Soggiorno di Iseo.

«Intanto – spiega Carla Bonardi – mio cognato e mia sorella stavano ideando Cicciobello. Lei pensava agli abiti, lui alle fattezze del viso e al resto del corpo. Ricordo che si ispirava ai bimbi che aveva immortalato a Milano quando per un periodo era stato fotografo. Era un grande esperto di stampi e un eccellente designer». Il primo Cicciobello fu pubblicizzato nel 1960 come il “bambolotto a cui se togli il succhiotto, piange e se lo abbracci non piange più”. Proprio allora il Sebino fu funestato da una terribile alluvione che danneggiò l’azienda dei Micheletti. In quel periodo l’imprenditore Gervasio Chiari, morto nel 2011, si interessò alla produzione di Cicciobello, trovando con Micheletti un accordo per trasferire la Sebino Bambole a Cologne, in Franciacorta. Nel tempo l’azienda divenne sempre più grande, fino ad avere 600 operai, tutti della zona. Lucio Micheletti dopo anni alla Sebino si è trasferito a Rovigo in una nuova azienda. Là è rimasto e là è morto. La Sebino nel 2008 è passata alla “Giochi Preziosi”. Ma i Micheletti potranno sempre andar fieri di aver fatto sognare i piccoli del baby boom con il tenero e morbido bambolotto “made in Iseo”. 

di Milla Prandelli