Federica Pacella
Cronaca

L’inquinamento di Brescia e le ferite sulle sue donne

Ammalate di cancro al seno davanti a un obiettivo

Stefania Zambonardi e una delle sue foto

 Brescia, 16 maggio 2015 – Uno sguardo che va oltre ogni statistica. E’ quello penetrante di Federica, il volto incorniciato dalla scritta, impressa sulle braccia, «Brescia apri gli occhi». Federica i suoi occhi ha dovuto aprirli per forza, quando le è stato diagnosticato un tumore alla mammella. Nella foto che la ritrae posa davanti al cartello della Caffaro, l’azienda che per 50 anni ha prodotto Pcb nel cuore di Brescia, lasciandolo poi in eredità nei suoli e nelle acque della città. L’immagine è stata scelta per la locandina di una mostra pensata per far riflettere e discutere. «Terra ferita» è il titolo ma anche il filo conduttore delle 28 fotografie esposte al numero 16 di corso Garibaldi da oggi fino al 6 giugno (dal giovedì al sabato dalle 17,30 alle 19,30; il 17 maggio dalle 15.30 alle 19.30). Le foto ritraggono otto donne normali, tutte bresciane, che hanno vissuto il dramma di vedersi diagnosticato un tumore al seno.

"L'idea – spiega la giovane fotografa Stefania Zambonardi – è nata proprio dalla mia amicizia con una di loro che, carica di rabbia e di energia, ha deciso di dare un senso alla sua malattia". Le donne sono state riprese davanti a luoghi simbolo delle criticità ambientali bresciane, dal sito radioattivo della cava Piccinelli alle discariche. "Non vogliamo – spiega Carmine Trecroci, presidente di Legambiente che promuove la mostra – affermare che le malattie dipendono dalla cattiva qualità dell’ambiente, perché il dibattito scientifico è ancora in corso. L’idea è piuttosto di sensibilizzare i cittadini e far capire che il cambiamento passa innanzitutto dal comportamento individuale, che può essere lasciare l’auto a casa per usare i mezzi pubblici così come riciclare"». Vero è che lo studio Sentieri ha rivelato, per il sito Brescia-Caffaro, la maggiore incidenza per il melanoma, il tumore alla mammella e i linfomi non-Hodgkin specie nelle donne.

A Tiziana Treivini, una delle protagoniste, è stato diagnosticato un tumore alla mammella sei anni fa. "Scegliere di farsi asportare tutto per una donna non è mai facile. Ho sempre cercato di esorcizzare la paura, ne parlavo con tutti. Ogni tanto penso a chi non ce l’ha fatta. Io che sono ancora qui, dunque, devo fare un passo in più ed essere un esempio di chi ce l’ha fatta". Anche Rossella Cesaretti ha vinto la sua doppia battaglia, prima contro un tumore al seno, poi contro un linfoma-non Hodgkin. Non è nelle foto della mostra, ma l’ha già visitata, perché profondamente toccata dal tema. "Ho insegnato per vent’anni nelle scuole del sito Caffaro – racconta – ho visto tante colleghe ammalarsi, come è accaduto a me. Purtroppo a Brescia si è sempre messo prima il lavoro davanti a tutto, anche alla salute".