Il nuovo presidente delle Torbiere del Sebino: "Vado a caccia, è un problema?"

Provaglio d'Iseo, Giambattista Bosio risponde alle accuse degli ambientalisti

Giambattista Bosio

Giambattista Bosio

Provaglio d'Iseo (Brescia), 4 novembre 2019 - Nuovo presidente e nuovo consiglio di amministrazione per l’ente di gestione della Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino. E tra enti pubblici e associazioni ambientaliste sta per scoppiare il putiferio, perché agli ambientalisti non piacciono i candidati designati, in quanto alcuni di loro sono titolari di licenza di caccia. «Confermo di avere la licenza di caccia e di attuare la pratica venatoria dove la legge italiana lo consente – ha spiegato il nuovo presidente Giambattista Bosio– non vedo come questo possa inficiare la mia capacità di gestire una riserva naturale». Bosio arriva al vertice dell’ente votato all’unanimità e con un curriculum di tutto rispetto. Ex ufficiale del corpo ittico venatorio della polizia provinciale di Brescia, esperto di caccia e pesca, ha gestito le deleghe ambientali per la Procura di Brescia. «Non vedo come essere cacciatore sia un limite – ha spiegato – semmai è una potenzialità. Ho già preso contatti con la polizia provinciale per quanto riguarda i controlli da attuare in riserva. Sono disponibilissimi a collaborare. Verranno messi in atto servizi specifici da agenti di polizia giudiziaria coordinati da un ufficiale con facoltà di fermare i trasgressori in caso di reato. Non solo. Sto cercando un contatto con i carabinieri forestali e incontrerò le Guardie Ecologiche Volontarie con cui voglio aprire un dialogo».

Bosio ha le idee chiare. «Tra i miei obiettivi c’è la messa in sicurezza delle Torbiere del Sebino, tra cui il taglio di alberi pericolanti sulle strade del perimetro. Voglio anche la sistemazione di tutti i percorsi con ponti e viottoli. Non solo: ristabilirò il contatto con tutte le guide della Riserva: anche con quelle che negli anni non sono mai state contattate e che sono state, non si sa per quale motivo, depennate». Alle sigle ambientaliste non sta bene la scelta fatta. «Su cinque membri del Cda – dice Silvio Parzanini di Legambiente – almeno tre hanno la licenza di caccia, compresa l’ex presidente Soncini. Ci rivolgeremo al Ministero e poi a tutte le altre realtà politiche. È impensabile che i cacciatori si impossessino della Riserva». «Non ho niente da dire a Legambiente – taglia corto Bosio – se non che molti cacciatori di Federcaccia sono pronti a venire a pulire gratis l’area».