BEATRICE RASPA
Cronaca

Brescia, accusata di reclutare miliziani filorussi. Imprenditrice a giudizio

Secondo i pm la donna arruolava combattenti a fini terroristici. Ma lei si difende: sono innocente, da sette anni mi stanno rovinando la vita

BRESCIA - E' accusata di avere reclutato miliziani poi partiti per il Donbass, Ucraina orientale, per combattere tra gli squadroni filorussi. Un’accusa da cui Romana Menganziol, 66enne imprenditrice originaria di Torino e di casa a Gussago, primo hinterland bresciano, si dovrà ora difendere davanti alla Corte d’assise. Il gup del tribunale di Brescia Francesca Grassani ieri l’ha rinviata a giudizio. Il processo inizierà il 15 settembre. Arruolamento con finalità di terrorismo è il reato contestato dal pm Erica Battaglia. "Io non c’entro niente con questa storia e lo dimostrerò", si è difesa la signora, piccola e mingherlina, sguardo un po’ stralunato, presente in aula con il suo avvocato, Francesca Occhiuzzi, del Foro di Paola (Cosenza).

"Sono sette anni che mi trovo con la vita rovinata dalle indagini, ma sono innocente". Per spuntare un proscioglimento in sede di udienza preliminare l’imputata, titolare di un’agenzia privata di sicurezza, la Victoria security LTD con sede a Londra, ha prodotto una serie di presunti tesserini appartenenti alla Nato ("All’epoca ero sotto copertura", si è lasciata sfuggire prima di tapparsi la bocca all’uscita dal tribunale, senza meglio specificare in quali panni fosse, e al servizio di chi) ma il giudice non si è fatto convincere e ha girato la palla all’Assise. Già coinvolta da un paio di inchieste della Dda di Genova su reclutatori e mercenari spariti nel Donbass - insiema al toscano Andrea Palmieri, il ‘Generalissimo’, e ai bresciani Massimiliano Cavalleri (‘Spartaco’) e Gabriele Carugati, ricercati - Menganziol finora non era mai approdata a processo.

La sua posizione era stata archiviata, pur ritenuta "meritevole" di approfondimenti. Approfondimenti che ha prontamente eseguito la procura bresciana. I fatti di cui l’imprenditrice risponde risalgono al 2015. L’anno precedente nella regione del Donbass era scoppiata la guerra civile, dopo che le Repubbliche popolari di Donetsk e di Lungansk avevano proclamato l’indipendenza. Il confine tra Russia e Ucraina già allora era incandescente. Per l’accusa la signora Romana vi si sarebbe buttata a pesce, facendo opera di reclutamento - tramite passaparola e tramite la Rete - tra personaggi di estrema destra (pescando anche tra i parà della Folgore), teste calde che poi effettivamente vestirono la mimetica e, armi in spalla, volarono in quelle terre martoriate da cui non hanno più fatto ritorno. La sessantenne per il pm Battaglia ha organizzato i viaggi ad almeno quattro foreign fighter, fornendo biglietti e in qualche caso soldi con il paravento dell’invio di aiuti umanitari.