
di Beatrice Raspa
Bagni rotti, insufficienti e che non vengono riparati. Obbligo di firmare in orari molto scomodi – all’alba e di notte – un’invasione di cimici da letto che pungono e rendono impossibile e turbolento il sonno, e adesso come se non bastasse la preoccupazione per il trasferimento in centri lontani, con conseguente perdita del lavoro e dei legami sociali costruiti. Sono le ragioni che ieri hanno animato la protesta di una trentina di richiedenti asilo alloggiati al Pampuri.
Il centro di accoglienza che sorge all’ex Pilastroni e che attualmente offre un tetto a 114 migranti da alcuni giorni è in subbuglio per i disagi che i richiedenti protezione internazionale sostengono di patire. In particolare le condizioni igienico-sanitarie sembra lascino molto a desiderare, a tal punto che già la settimana scorsa era stata organizzata una protesta.
"Non siamo né animali, né prigionieri" è il ritornello degli inquilini, perlopiù africani, del centro di via Corsica, che mostravano i segni su braccia e gambe delle punture degli insetti. Ieri, un nuovo presidio con l’intervento della Digos e della Questura, sfociato in un incontro pomeridiano in prefettura con la mediazione dell’assessorato comunale di cui è titolare Marco Fenaroli.
Una delegazione di richiedenti asilo, supportati dall’associazione Diritti per tutti, ha incontrato il capo di Gabinetto Stefano Simeone, da cui sono arrivate rassicurazioni e notizie positive. "Siamo soddisfatti – spiega Umberto Gobbi, portavoce di Diritti per tutti –. Stamani (ieri, ndr) i migranti avevano rinnovato la protesta perché a venti di loro era stato prospettato un trasferimento in altri centri. L’idea è che fosse una punizione nei confronti di coloro che avevano organizzato le proteste dei giorni scorsi". Il problema? Un’invasione di cimici da letto aggressive, che pungono e non lasciano dormire. Pochi servizi igienici utilizzabili, giacché ve ne sono alcuni rotti che non vengono riparati. Obbligo di firmare per attestare la presenza in orari ‘impossibili’, all’alba e a mezzanotte, che confliggono con i ritmi di vita quotidiana.
"La Prefettura ha assicurato che si farà carico del problema sanitario avviando ispezioni ad hoc – continua Gobbi –. In più le finestre orarie per firmare sono state ampliate e rese più flessibili. Ma soprattutto abbiamo ottenuto che i trasferimenti in altri centri saranno solo su base volontaria, e non più un provvedimento calato dall’alto. Un passaggio molto importante per non sradicare chi si sta integrando".
Ieri pomeriggio quindi i cancelli del Pampuri erano tornati a chiudersi, e la tensione pareva essersi stemperata. "Adesso vigileremo che alle promesse seguano gli atti concreti" conclude Gobbi.