REDAZIONE BRESCIA

Desenzano: "Allarme bomba vicino all'ospedale", ma era solo un giocattolo

Una fedele copia di ordigno ritrovata su una collinetta con una croce alta 10 metri ha fatto scattare le operazioni degli artificieri

La valigetta con la riproduzione di ordigno

Desenzano sul Garda, 22 marzo 2016 - Scatta l'allarme bomba all'ospedale di Desenzano per una valigetta sospetta, ma fortunatamente era solo una fedele copia di un ordigno, utilizzata per simulazioni belliche. E' successo lunedì pomeriggio nella cittadina gardesana. Tutto finito nel migliore dei modi ma solo dopo alcune ore di fiato sospeso. La segnalazione alla polizia era arrivata dalla direzione dell'ospedale. Pochi minuti prima due impiegati del nosocomio si erano recati vicino a una croce di 10 metri d'altezza, posta su una collinetta vicino al luogo di lavoro. Ai piedi della struttura avevano trovato un'insolita valigetta in metallo e di colore grigio. 

Rientrando in ufficio hanno quindi comunicato il ritrovamento ai propri superiori che a loro volta hanno allertato il commissariato. Una volta sul posto gli agenti hanno delimitato l'area facendo evacuare personale e visitatori presenti nelle vicinanze. Veniva attivato il protocollo di sicurezza previsto ed allertate le unità antisabotaggio della Polizia di Stato. Una volta arrivati, gli artificieri hanno aperto l'involucro. All’interno della valigetta vi erano dei congegni e fili elettrici di vario colore collegati ad un “panetto” di colore grigio. Risultavano però perfette imitazioni di timer, innesco e materiale esplodente. Accertato che l’oggetto non costituiva alcun tipo di pericolosità è stato rimosso e messo a disposizione della Polizia Scientifica per i rilievi del caso.

Il cordone di sicurezza presso l'ospedale è stato disattivato quindi alle 19 e la struttura ha ripreso la normale attività. Gli agenti sono venuti a capo della vicenda quando nella notte hanno rintracciato il rappresentante di un gruppo di “softair”. Quest'ultimo ha ammesso che la valigetta era sua ammettendo di averlo utilizzato, sulle colline attigue all’ospedale, il giorno precedente con il restante gruppo di "softgunners” durante un'attività di simulazioni di guerra con riproduzioni di armi e congegni vari fra cui il finto ordigno, dimenticato in quel sito. Ora le autorità valutano se ci sono gli estremi per contestare il reato di procurato allarme a carico degli appartenenti al gruppo di softair.