Boscaiolo morto, Martino Andrea Febbrari travolto da uno sperone di roccia

Risiedeva ad Edolo e lascia un bimbo di 4 anni. Feriti lievi anche altri due colleghi del Consorzio Forestale della Alta Valcamonica

Martino Andrea Febbrari aveva 43 anni

Martino Andrea Febbrari aveva 43 anni

Berzo Demo, 4 marzo 2023 - Tagliava alberi pericolanti e sistemava il bosco colpito dalla tempesta Vaia nel 2018, quando uno sperone di roccia caduto dall’alto lo ha colpito in pieno. E lo ha ucciso sul colpo. Drammatico infortunio ieri per un boscaiolo di Edolo. Martino Andrea Febbrari, questo il nome della vittima, quarantatreenne dipendente del Consorzio Forestale della Alta Valcamonica, ha perso la vita così, nella tarda mattinata di venerdì, mentre faceva quello che aveva fatto molte altre volte.

Febbrari era in squadra con altri tre colleghi e, stando a quanto ricostruito finora, stava lavorando alla bonifica di un’area sopra il centro abitato di Berzo Demo. In particolare si stava occupando dell’abbattimento di alcuni alberi semicrollati per colpa della tempesta che più di tre anni fa si era abbattuta come una furia sull’alta valle, in località Mondadizzo, in una porzione di bosco piuttosto impervia non lontano da un rifugio Palam Pale.

All’improvviso, per ragioni in corso di accertamento, intorno alle undici e trenta dalla montagna sovrastante si è staccata una grossa roccia che poi, rotolando a valle, si è frantumata in una scarica di sassi, oppure a staccarsi sono state più pietre una dopo l’altra, una circostanza che sarà chiarita nelle prossime ore. Quel che è certo, la porzione di roccia più consistente ha investito in testa Febbrari, facendolo stramazzare al suolo esanime. Frammenti della stessa scarica di pietre hanno colpito di striscio anche altri due colleghi del Consorzio, ferendoli però solo superficialmente (i due sono stati condotti in codice giallo al vicino ospedale di Esine). Diversa sorte purtroppo è toccata a Febbrari, da subito apparso in condizioni disperate. A lanciare l’allarme e a chiamare il 112 è stato un collega in squadra con gli altri. Sul posto la centrale di prima emergenza Areu ha inviato l’eliambulanza di Bergamo, intervenuta insieme agli uomini del Soccorso alpino della V delegazione bresciana (stazione di media valle) e del Sagf (Soccorso alpino della Finanza), ai quali spetterà, insieme ai tecnici di Ats della montagna, ricostruire gli antefatti e accertare eventuali responsabilità . I soccorritori più volte hanno tentato di rianimare il quarantatreenne, ma salvarlo si è rivelato impossibile. Il medico non ha potuto che constatarne il decesso. Lascia un bimbo di quattro anni.