Morto Azeglio Vicini, ex allenatore della Nazionale: fu il ct delle "notti magiche"

L'ex ct Azzurro se ne è andato nella sua Brescia, dove viveva da oltre 50 anni. Esordì in maglia biancazzurra

Azeglio Vicini col sindaco di Brescia alla presentazione del libro "Una vita in azzurro"

Azeglio Vicini col sindaco di Brescia alla presentazione del libro "Una vita in azzurro"

Brescia, 31 gennaio 2018 - È morto nella sua casa, a Brescia, dove viveva da oltre 50 anni, l'ex commissario tecnico della Nazionale Azeglio Vicini. Avrebbe compiuto 85 anni a marzo. È stato il tecnico degli azzurri ai Mondiali di Italia 90 ed è rimasto ct fino al 1991 prima di lasciare la Nazionale ad Arrigo Sacchi. Azeglio Vicini, l'ex ct azzurro delle "notti magiche" e del terzo posto ai mondiali di Italia '90, era nato a San Vittore di Cesena il 20 marzo del 1933, ma da oltre 50 anni viveva a Brescia, dove aveva formato la sua famiglia e dove ha trascorso gran parte della sua vita. Il vero e proprio amore tra Vicini e Brescia è sbocciato nel 1963, quando per lui è arrivata la chiamata delle Rondinelle.

In maglia biancazzurra Azeglio Vicini ha collezionato 55 presenze (segnando anche 2 gol) ed è stata proprio questa la squadra con la quale ha chiuso la sua carriera da giocatore ed iniziato quella da allenatore. Il suo esordio in panchina nella stagione '67/68, a dire il vero, non è stato particolarmente fortunato. Al termine di quel Campionato, infatti, il Brescia è retrocesso in serie B e Vicini ha iniziato la sua carriera (questa sì molto brillante) nei ranghi tecnici federali. Un impegno che, comunque, non lo ha staccato dalla città della Leonessa, dove sono cresciuti i suoi tre figli e dove ha creato legami saldi ed indissolubili di amicizia che si sono mantenuti nel tempo.

Al di là degli impegni federali, Vicini si è inserito in maniera profonda a Brescia, dove, tra l'altro, è stato il "padrino" della prima gara giovanile diretta da una terna interamente femminile all'inizio degli anni Novanta e dove ha accettato di svolgere il ruolo di consigliere tecnico del Brescia nella stagione '95/96 (ritrovando così Roberto Baggio con cui aveva condiviso l'avventura di Italia '90). Un romagnolo di origine, ma bresciano nello spirito, che ha saputo essere un punto di riferimento costante per i suoi famigliari ed ha scelto di "andare avanti" in silenzio e in punta di piedi proprio come è sempre piaciuto a lui che, come tutti i bresciani, non ha mai amato troppo la pubblicità.  

"Ho raggiunto un bel traguardo - disse, in occasione della festa per i suoi 80 anni - sono soddisfatto della mia vita, ho avuto momenti felici e altri meno, ho ricoperto incarichi importanti, comunque sia mi sono proprio divertito".  Ebbe un solo grande rammarico, quel mondiale giocato in Italia nel 1990, perso in semifinale con l'Argentina ai rigori, dopo aver giocato bene per tutta la manifestazione: "Avremmo meritato di vincerlo, siamo stati sfortunati. Noi non perdemmo mai sul campo, sei  vittorie e un pari, e arrivammo terzi, l'Argentina fu sconfitta due volte e andò in finale con lavincitrice Germania. Però in quelle notti conquistammo gli italiani, il loro affetto fu travolgente. Infatti quell'Italia-Argentina resta una delle partite più viste in tv di tutti i tempi"

In lutto tutto il mondo del calcio. La Federcalcio in omaggio Vicini osserverà un minuto di raccoglimento su tutti i campi di calcio a partire dalla gara di questa sera di Coppa Italia Milan-Lazio e per tutto il prossimo week end.

HA COLLABORATO LUCA MARINONI