Non siamo ai numeri dell’emergenza sfratti del 2023, quando si arrivò ad avere in Italia oltre 70mila procedure per effetto della grande crisi, ma nonostante questo la questione abitativa oggi è altrettanto complicata, soprattutto per l’assenza di appartamenti sul mercato che favoriscano il passaggio da casa a casa. Lo rileva Umberto Gobbi, portavoce dell’associazione “Diritti per tutti“, realtà del mondo antagonista che da anni si occupa di sfratti ed emergenza casa a Brescia.
"La fotografia del 2022 – spiega – ci dimostra quanto avevamo annunciato, ovvero che l’abolizione del tavolo sfratti, che a Brescia operava all’interno della Prefettura, avrebbe prodotto più esecuzioni, anche in situazioni meritevoli dal punto di vista sociale, dove ci sarebbero state possibilità di accordi e interventi a livello istituzionale. La virtuosità di Brescia non c’è più, si va avanti come schiacciasassi". Settimanalmente gli attivisti sono impegnati in diversi picchetti, per arrivare ad una trattativa con i proprietari di casa. "Tante situazioni si sono aperte nel 2020, dopo Covid – spiega Gobbi – oggi quegli stessi inquilini potrebbero pagare un affitto, ma i proprietari non ne vogliono sapere, a volte perché i rapporti si sono logorati, ma spesso perché preferiscono passare ad altri tipi di affitto. Il punto è che sul mercato privato mancano case in locazione, ma è altrettanto difficile l’accesso alle case popolari". Questo ha portato, per esempio, all’auto-assegnazione dei 15 appartamenti sfitti delle case del sole, di via Milano, oggetto di un’assemblea partecipata proprio martedì sera. "Quello che rileviamo è che allo sportello del lunedì (destinato ai problemi abitativi, ndr) è che abbiamo un numero di sfratti pari a quelli per finita locazione in cui il proprietario non vuole proseguire con l’affitto, anche a fronte di pagamenti regolari, perché sono interessati ad altro tipo di destinazione".
F.P.