FEDERICA PACELLA
Cronaca

Autismo dimenticato. Ora anche gli sportelli per docenti e famiglie restano senza fondi

La soluzione adottata per supplire alla carenza di insegnanti era stata introdotta come consulenza al servizio delle scuole. La denuncia: alcuni non funzionano più, altri proseguono col volontariato.

Sos sportelli autismo: senza finanziamento il supporto per docenti e famiglie. A lanciare l’allarme è stata l’Angsa, Associazione nazionale dei genitori persone con autismo, nel 2° Convegno nazionale con 4 giornate formative sul tema. "Si tratta di un servizio nato nel 2016 – spiega Benedetta Demartis, vicepresidente Angsa – per sopperire alla carenza di insegnati formati specificatamente per gli studenti con disturbi dello spettro autistico. La formazione specifica è necessaria perché se non si conosce come funziona la mente autistica è difficile anche aiutare i bambini a integrarsi. Per come è strutturato il sistema scolastico, che non prevede un obbligo formativo per gli insegnanti, non si riesce oggi ad avere né docenti con una formazione ad hoc né continuità didattica, che è fondamentale per costruire una relazione con bambini che, nel loro deficit, hanno proprio le difficoltà relazionali".

Si è pensato, così, agli sportelli autismo, gestiti da docenti con formazione specifica volontaria, che potevano diventare referenti interni delle scuole, ma anche consulenti per i colleghi che si trovano a gestire studenti con disturbi dello spettro autistico. "Il Ministero ha speso 31 milioni di euro per fare master in 14 atenei per docenti che volevano avere questa competenza. C’è stata una risposta importante, e questo è stato positivo, ma poi non sono più stati dedicati fondi specifici, per cui alcuni sportelli proseguono grazie alla buona volontà dei docenti formati e dei dirigenti più illuminati, altri invece non funzionano più, con grave disagi per bambini e bambine che non hanno continuità didattica né docenti di sostegno formati per questo tipo di disturbo". A monte resta il fatto che gli sportelli sono comunque una ‘toppa’ su un buco, ovvero la carenza di docenti di sostegno. "Noi continuiamo ad insistere su questo nell’osservatorio nazionale – conclude Demartis – ma c’è una resistenza nell’obbligare l’insegnare a fare scelte precise. Spesso poi il sostegno è un ruolo transitorio".