PAOLO CITTADINI
Cronaca

Figlia accusa il padre: "Abusata per otto anni". Lui nega: sono malato

La figlia poco più che maggiorenne accusa il padre di averla violentata per anni; dall’altro c’è il genitore, un operaio quarantenne che nega con forza ogni accusa, certificati medici alla mano

Abusi sessuali

Brescia, 20 novembre 2016 - Da una parte c’è una figlia poco più che maggiorenne che accusa il padre di averla violentata per anni; dall’altro c’è il genitore, un operaio quarantenne originario della Moldavia, in Italia da 15 anni, che nega con forza ogni accusa mostrando, certificati medici alla mano, che non avrebbe potuto compiere gli abusi per cui è finito nei guai. La vicenda nei giorni scorsi è approdata in tribunale per l’udienza preliminare davanti al gup Elena Stefana. Il giudice ha rimandato ogni valutazione al prossimo 25 gennaio, quando dovrà decidere se rinviare a giudizio l’operaio accusato di violenza sessuale su minore.

Tutto è iniziato due anni fa quando la ragazza, residente con la famiglia in un paese della provincia, fugge dalla casa in cui è cresciuta per raggiungere quella del fidanzato dove ancora vive. Una volta abbandonata l’abitazione dei genitori, la giovane si è rivolta a un consultorio familiare e ha raccontato la sua storia. «Sono 8 anni che vengo abusata da mio padre – ha detto agli operatori del consultorio – Durante la notte entra nella camera che condivido con mio fratello e dopo essersi infilato nel mio letto mi violenta». Rapporti completi che la giovane ha detto essere iniziati quando lei era poco più che una bambina. Dal consultorio è quindi partita una segnalazione che una volta approdata a palazzo di Giustizia ha portato il sostituto procuratore Eliana Dolci ad aprire una inchiesta che nelle scorse settimane si è chiusa con la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del 40enne che non è mai stato arrestato. «Con mia figlia i rapporti non sono mai stati troppo buoni – ha raccontato l’operaio moldavo al sostituto procuratore quando, dopo la chiusura delle indagini ha chiesto di essere ascoltato – Posso forse essere stato un po’ troppo autoritario, ma non ho fatto quelle brutte cose. Pure i servizi sociali del paese in cui vivo non hanno evidenziato problemi all’interno della famiglia. Sentite anche l’altro mio figlio vi confermerà tutto questo. E poi non avrei potuto compiere quegli atti sessuali perché da diversi dopo avere subìto una lesione alle vertebre non sono in grado di raggiungere un’erezione».

Per dimostrarlo dalla Moldavia si è fatto trasmettere un estratto della sua carella clinica in cui viene certificata la grave disfunzione erettile di cui soffre. Per l’accusa però le date indicate nel documento non coinciderebbero con quelle indicate dall’uomo nel corso della sua deposizione davanti al sostituto procuratore. Sarà ora il giudice dell’udienza preliminare se proscioglierlo o accogliere la richiesta di rinvio a giudizio della Procura.