Le reazioni alla morte della piccola Sofia Archetti hanno il tono di un devastante silenzio. La bimba di 18 mesi travolta e uccisa da un’automobile davanti all’asilo Little England di Brescia ha lasciato un intera comunità nell’incredulità e nel dolore. Nel punto dove la bambina ha perso la vita si accumulano i mazzi di fiori lasciati da familiari, amici, conoscenti, personale della scuola.
Sono pochi i bambini che il giorno dopo la tragedia sono entrati al nido e alla materna, qualcuno di più alle elementari.
Giovedì, giorno dei funerali, la scuola ha deciso di sospendere le lezioni e chiudere le porte, per lutto: “Una scelta di rispetto verso la famiglia coinvolta”, ha spiegato la dirigenza.
Contestualmente, l’istituto ha avviato un percorso di supporto psicologico per gli stessi bambini e anche per gli insegnanti, molti dei quali sono stati testimoni diretti della tragedia, avvenuta all’orario di uscita dalle lezioni e nel parcheggio interno del plesso scolastico privato.
La dinamica dell’incidente, intanto, sembra essere stata chiarificata: la bimba e sua nonna, che era andata a prenderla, sono state investite da un Suv in retromarcia guidato – sembra a passo d’uomo – da un’altra nonna. Dopo essere state travolte, Sofia e la nonna sono finite a terra e la piccola è andata in arresto cardiaco e ha iniziato a perdere molto sangue.
Un medico presente sul posto si è procurato un defibrillatore e poi è stato raggiungo dagli operatori della Soreu Alpina, che hanno stabilizzato e portato la bambina al reparto pediatrico degli Spedali Civili di Brescia. Ma è morta poco dopo. La conducende del Suv, come da prassi, è indagata per omicidio stradale.