Mediaworld, presidio a Curno contro il trasloco: "Ancora nessuna risposta"

Una nuova manifestazione davanti alla sede centrale: "Non si fa business sulla pelle delle persone"

Presidio dei lavoratori Mediaworld a Curno

Presidio dei lavoratori Mediaworld a Curno

Milano, 15 giugno 2018 - Nuovo presidio, oggi pomeriggio, dalle 14, davanti all’ingresso della sede centrale del gruppo Mediaworld, per manifestare ancora un volta contro la decisione dell’azienda di spostare l’intero sistema organizzativo dell’azienda da Curno a Verano Brianza, con il conseguente spostamento di quasi 500 persone, tra queste tantissime madri lavoratrici, spesso part time, per le quali le condizioni di lavoro diventeranno proibitive. Inoltre, altri lavoratori appartenenti a fasce protette subiranno in maniera pesante i disagi del trasloco. Sono passati quattro mesi dall’annuncio, e oggi manca poco meno di un mese e mezzo dalla data del trasloco: le richieste dei lavoratori non hanno ancora trovato alcuna risposta.

Mario Colleoni, Nicholas Pezzè, Terry Vavassori e Maurizio Regazzoni, di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs ritengono inaccettabile che MediaWorld non abbia spostato di una virgola le proprie posizioni, rinunciando a qualsiasi compromesso. “Non si può pretendere di arrivare in Italia e limitarsi a fare business. Abbiamo una storia fatta di diritti e tutele sindacali che non può essere ignorata, e imprenditori seri non possono pensare che disfacendo la rete sociale di un territorio possano continuare a fare i loro affari senza alcuna ricaduta. Dichiarare in ogni incontro che non vi saranno “licenziamenti” ma contestualmente predisporre condizioni lavorative insostenibili, è un ossimoro. La realtà invece è che MediaWorld continua a mostrarsi sorda alle richieste dei lavoratori .

“All’incontro al Mise tenutosi ieri si è cercato, ancora una volta, di far comprendere all’azienda quanto sia rilevante definire un accordo collettivo con le organizzazioni sindacali al fine di ridurre il disagio dei lavoratori e delle lavoratrici. Ad oggi, però, la società non ha mostrato alcuna apertura su flessibilità in ingresso e in uscita, utilizzo di forme di telelavoro e incentivi per coloro che non saranno nella condizione di trasferirsi a Verano o di chi subirà un notevole disagio economico”. Sempre riferendosi all’incontro di ieri, i sindacalisti hanno aggiunto “Prendiamo atto con piacere che parte della politica locale si sia mobilitata per cercare di sostenere insieme a noi i bisogni dei lavoratori. Riteniamo necessario fare sistema per il bene di queste persone, definendo un tavolo a livello provinciale che inviti l’azienda a dare risposte concrete e credibili”.