Cologno al Serio, le figlie di Zina: "Rose, lumini e fotografie. Sono per la mamma"

La donna era stata uccisa a coltellate da Maurizio Quattrocchi, il marito

Zinaide Solonari aveva 36 anni e tre bambine

Zinaide Solonari aveva 36 anni e tre bambine

Cologno al Serio (Bergamo), 11 ottobre 2019 - La fontana di via Rocca, a Cologno al Serio, da lunedì sera è circondata da rose, lumini e da fotografie. È stata la figlia maggiore di Zinaide Solonari a volerle per ricordare la mamma uccisa a coltellate sabato notte da Maurizio Quattrocchi, marito della vittima. Qualcuno ha lasciato anche delle scarpe rosse con il tacco, ormai diventate simbolo della violenza contro le donne e il femminicidio. Intanto il comune della Bassa si sta preparando per i funerali in programma questa mattina alle 10. Proclamato il lutto cittadino, come aveva anticipato il sindaco, Chiara Drago.

Il primo cittadino il giorno dopo l’omicidio aveva postato sulla pagina Facebook un lungo comunicato in cui parlava di un «giorno di dolore e di rabbia per tutta la comunità. Del dolore perché Zina, una nostra giovane compaesana, non c’è più, uccisa a 36 anni quando aveva tutta la vita davanti e le sue bambine da crescere. Come sindaca, come rappresentante delle istituzioni, come donna, penso che non possiamo chiudere gli occhi di fronte a quanto accade ogni giorno. Abbiamo il bisogno di dire che il sessismo e la violenza di genere sono due piaghe». Alla cerimonia, che sarà officiata con rito ortodosso (la religione professata da Zina, origini moldave) parteciperanno anche i sacerdoti della parrocchia di Cologno. Le tre figlie di Zina, di 8, 12 e il 16 anni (quest’ultima avuta da una precedente relazione e che l’omicida aveva adottato). Il feretro intorno alle 8.30 arriverà nella casa di via Bergamo, dove la vittima aveva vissute con le tre figlie e con il marito. Da lì partirà il corteo funebre diretto alla parrocchia dove sarà celebrato il rito.

Dall'autopsia, effettuata mercoledì al Papa Giovanni XXIII, è emerso che Zina è stata uccisa con un coltello a serramanico, con la lama lunga quanto il palmo di una mano. Mortale le ferite alla gola, altri due colpi l’hanno raggiunta a una coscia. «Lei non si meritava questa fine» ha dichiarato Quattrocchi in carcere (si trova in isolamento in attesa di essere trasferito in un settore), ma gli inquirenti sono convinti che lui si sia presentato sotto casa della sorella, in via Alberto da Giussano già armato. Lui ha negato questa circostanza, affermando di aver trovato il coltello nel sottoscala della palazzina della cognata dove si era nascosto. Versione che il cognato e la sorella della vittima smentiscono. Non solo hanno escluso che il coltello si trovava nel loro giardino fra le cose per fare il barbecue, come ha detto Quattrocchi, ma di averlo visto usare proprio a lui. Sulla premeditazione farà la differenza.