Processo Bossetti, scontro tra il pm e il perito della difesa

Secondo il medico legale della difesa Yara fu uccisa altrove e poi depositata nel campo di Chignolo d'Isola. Il pm controbatte ricordando una discussa autopsia della perita della difesa e si scatena la bagarre

Yara Gambirasio e Massimo Bossetti

Yara Gambirasio e Massimo Bossetti

Bergamo, 9 ottobre 2015 - E' iniziata stamattina una nuova udienza del processo a Massimo Bossetti per l'omicidio di Yara Gambirasio. Primo ad essere sentito in aula e' stato un consulente della difesa, il medico legale Dalila Ranalletta, anatomopatologa, che ha smentito le conclusioni presentate mercoledi' dal medico legale Cristina Cattaneo, presente in aula, secondo la quale Yara e' morta la sera del rapimento nel campo di Chignolo in cui venne poi trovato il cadavere. Per il perito di parte invece non puo' essere stabilita con esattezza l'ora del decesso "né la causa, né il modo in cui sono state inferte le ferite" e del resto la ragazzina sarebbe stata uccisa in un altro posto e portata a Chignolo solo in seguito. "In effetti - ha detto l'esperta - non c'è nulla di certo e non possiamo dire niente nemmeno di 'molto probabile'". Ranalletta ha però riconosciuto che non ci sono state carenze di accertamenti sulla scena del ritrovamento del cadavere di Yara, anche se l'unico neo è che "non è stata fatta la ricerca di emoglobina sul terreno", che avrebbe potuto portare a esiti "interessanti".

La consulente ha sostenuto che non è possibile definire come "compatibile" la permanenza del corpo di Yara nel campo per un range di 2-3 mesi e ha sottolineato che nelle ferite di Yara sono stati scoperti diversi fili di diverso colore, come se la tredicenne possa essere stata avvolta da coperte e plaid. Il corpo della ginnasta sarebbe stato inoltre rinvenuto parzialmente mummificato, come se fosse stato per lungo tempo in un ambiente confinato e chiuso. Ranalletta ha parlato dunque di una decomposizione "maturata in maniera così anomala non è possibile fare una datazione". Ha poi rilevato la presunta contraddizione del ritrovamento di calce (ossido di calcio) sul corpo della vittima, perché essendo "idroscopica" si sarebbe trasformata in pochi giorni in idrossido di calcio. "Non posso non sospettare - ha detto - che il corpo non sia stato trasportato lì in un secondo momento. Un sospetto che diventa fondato guardando la 'corificazione' (un processo naturale simile alla mummificazione che si verifica in particolari casi nei cadaveri ndr)". Riguardo lo strumento che ha provocato le ferite di Yara, si è trattato di "un'arma importante", con una lama affilata, e la "distribuzione delle lesioni suggerisce più di una dinamica".

PORTE CHIUSE - Dalle 10.45 in avanti l'udienza è proseguita a porte chiuse perché, al termine della deposizione della consulente della difesa Dalila Ranelletta, sono state mostrate in aula immagini forti del corpo senza vita di Yara. 

LO SCONTRO - L'atmosfera in aula si è riscaldata durante il controesame del perito Dalila Ranalletta da parte del pm  Letizia Ruggeri. Il magistrato ha messo in dubbio la professionalità e la competenza dell'anatomopatologa  scatenando le ire della difesa che ha sottolineato come non sia la consulente di parte sotto processo. La pm ha ricordato come in Commissione Antimafia fosse stata discussa una autopsia della Ranaletta ritenuta ampiamente carente al punto che venne richiesta una integrazione. "Assolutamente no", ha risposto l'esperta.  Il pm allora ha contestato anche che il quella occasione non era stato tenuto conto che la vittima prima di morire era stata  ampiamente malmenata.  Lo scontro in aula  è diventato ancor più caldo quando è intervenuto avvocato Paolo Camporini attaccando il medico legale della Procura: "A questo punto potrebbe essere fatti riferimenti analoghi alla attività della dottoresa Cattaneo. Per esempio con riferimento al caso Cucchi...".  A bloccare lo scambio di colpi bassi è stato il presidente  Antonnela Bertoni con un deciso quanto finale: "Questi aspetti non hanno rilevanza". 

LA REPLICA DEL MEDICO LEGALE - - Sul tema della mummificazione del corpo di Yara è intervenuta in aula la dottoressa Cristina Cattaneo, consulente del pm e medico che eseguì l'autopsia. Cattaneo ha spiegato che la mummificazione (anzi, si è parlato precisamente di 'corificazione') può presentarsi anche a seguito di un'esposizione prolungata all'aperto. Un'affermazione in replica a quanto aveva sostenuto la consulente della difesa Dalila Ranelletto.

IL MARESCIALO - Tra i testi del processo a carico di Massimo Bossetti nel pomeriggio è stato sentito il maresciallo del nucleo investigativo dei carabinieri di Bergamo Giovanni Sciusco che filmò il momento dell'arresto del muratore. Il maresciallo ha confermato che, alla vista delle forze dell'ordine, l'imputato aveva dato l'impressione di voler di scappare prima di essere bloccato. Sentendo questa ricostruzione, il muratore ha scosso la testa in aula come a negare l'affermazione. Sciusco è stato anche il maresciallo che ha effettuato i rilievi a casa di Bossetti, a Mapello, ma anche al centro sportivo di Brembate Sopra (l'ultimo luogo dove venne vista Yara la sera del 26 novembre 2010). Sempre Sciusco eseguì i prelievi salivari all'imputato e ai suoi familiari.