
Yara Gambirasio
Bergamo, 16 settembre 2015 - Tre avvistamenti di due uomini in via Rampinelli a Brembate di Sopra, la strada dove abitava Yara Gambirasio. È uno dei capisaldi su cui, nell’arco del lungo processo, si attesterà la difesa di Massimo Giuseppe Bossetti. I difensori Claudio Salvagni e Paolo Camporini hanno citato Marina Abeni ed Enrico Tironi. La Abeni è una vicina di casa dei Gambirasio. Ascoltata per quattro volte (l’ultima, un po’ a sorpresa, all’inizio del novembre scorso), ha sempre mantenuto ferma la sua versione su quanto fatto e visto la sera del 26 novembre del 2010, quando Yara sparì nel buio, nel freddo. Uscì di casa alle 18.17 (Yara lasciò la palestra di via Locatelli attorno all 18.30) con i suoi due cagnolini e percorse via Rampinelli in direzione del Comune. In senso contrario camminavano due uomini, uno sul marciapiede e l’altro in mezzo alla strada. Parlavano in italiano e parevano litigare. Il più alto strattonava il suo compagno prendendolo per il giubbotto e facendo segni con il braccio come per invitarlo a sbrigarsi. Fra i 30 e i 40 anni, vestivano entrambi di scuro. Enrico Tironi aveva all’epoca 19 anni, abitava con i genitori in una traversa di via Rampinelli. La sera di domenica 28 novembre 2010, intervistato dai giornalisti planati su Brembate, dichiarò che due sere prima, attorno alle 18.30, aveva visto una ragazza, nella quale aveva riconosciuto Yara, affiancata da due uomini sconosciuti in via Rampinelli. Più volte interrogato, arricchì il suo racconto di nuovi particolari. Il luogo dell’avvistamento: l’intersezione fra via Morlotti e via Rampinelli. Un’auto rossa ferma nei pressi dell’ufficio postale. Aveva trascorso il pomeriggio del 26 novembre in casa dell’amico Alex, era uscito alle 18 per recuperare un videogame, era tornato. Gli accertamenti sul cellulare del giovane avevano però accertato che i suoi spostamenti erano incompatibili con gli orari in cui si colloca la tragedia della ginnasta tredicenne. Un esempio: il cellulare di Yara lanciò l’ultimo segnale alle 18.55. Quello di Tironi, già alle 18.41, interessava la cella di Valbrembo, compatibile con l’abitazione dell’amico. Tironi venne riascoltato il 10 gennaio del 2011. "La cosa più semplice - disse di fronte alle contestazioni - che mi viene da dire è “cosa cavolo ho combinato!”". Come mai? "Perché in verità non ho visto niente, non ho visto la macchina, non ho visto le persone, non ho visto Yara". Perché? "Non saprei dire perché, forse perché temo il giudizio della mia famiglia, forse perché non volevo passare per lo zimbello del paese". La difesa di Bossetti crede invece alla prima versione di Enrico Tironi e alla deposizione di Marina Abeni. C'è un terzo avvistamento. La sera del 26 novembre una colf di Brembate rincasava in auto al termine del lavoro. Allo stop tra via Morlotti e via Rampinelli scorse due auto: una chiara e l’altra rossa. Il guidatore della prima scese, rialzò il bavero del giaccone o del cappotto, salì sull’altra vettura. Ma l’orario dell’avvistamento (le 17.45) precede di troppo quelli che racchiudono la tragedia di Yara.