
Volontari nel dirupo con il quad. Rischiano la vita per un soccorso
Hanno rischiato la vita per aiutare tre giovani escursionisti in difficoltà. Non è il loro lavoro, è la loro passione, perché i tecnici del Soccorso alpino sono volontari. L’altra notte tre volontari del Soccorso alpino della stazione di Lecco sono finiti in un dirupo in mezzo al bosco sulla Grignetta. A finire nella scarpata sono stati un’infermiera di 31 anni che presta servizio come sanitaria del Cnsas e due soccorritori di 41 e di 35 anni. Erano a bordo di un quad per raggiungere e assistere tre escursionisti di 24, 25 e 26 anni verso il rifugio Elisa: stavano bene, erano semplicemente in difficoltà e non riuscivano a orientarsi, ma era buio, la temperatura si stava abbassando e la situazione sarebbe potuta precipitare da un momento all’altro.
A causa del buio e del terreno accidentato, i tre soccorritori sono stati catapultati a terra. Sono riusciti da soli ad arrampicarsi di nuovo fino al sentiero e chiedere aiuto. Li hanno soccorsi gli altri colleghi del Soccorso alpino, insieme a 18 vigili del fuoco mobilitati in forze, ai sanitari di Areu e ai carabinieri, con cui spesso condividono gli interventi di salvataggio. "I nostri tre tecnici infortunati sono stati valutati, condizionati, imbarellati e immobilizzati con materassini a depressione, infine evacuati dall’area dell’incidente, per essere trasferiti in ospedale", spiegano dal Soccorso alpino lombardo. La 31enne è stata trasferita con l’eliambulanza di Sondrio al San Gerardo di Monza, il 41enne con l’eliambulanza di Como all’ospedale di Circolo di Varese e il 35enne in ambulanza all’Alessandro Manzoni di Lecco. Nel frattempo i tre escursionisti in difficoltà sono stati recuperati e scortati a valle sani e salvi . "Grazie al cielo i nostri ragazzi stanno tutti bene", tira un sospiro di sollievo Marco Anemoli, capodelegazione della XIX Lariana, cui fa capo la stazione di Lecco. "I nostri volontari regalano il loro tempo e rischiano la vita per aiutare gli altri appassionati di montagna – prosegue -. Senza voler assolutamente colpevolizzare i tre escursionisti che stavano andando ad aiutare, quanto accaduto indica che dobbiamo continuare a insistere sulla necessità di pianificare al meglio ogni escursione per cercare di limitare al massimo i nostri interventi".
Daniele De Salvo