"Volevo andare in Procura perché ho cose da dire"

Il ricercatore dell’Oms Zambon sarebbe stato convocato per la terza volta. Aveva redatto un duro report rimasto sul sito dell’ente solo per 24 ore

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di Francesco Donadoni

La battaglia dal comitato “Noi Denunceremo - Verità e giustizia per le vittime del Covid“, che nei mesi scorsi ha ricostruito il caso del report scomparso dal sito dell’Oms dopo poche ore dalla pubblicazione, finisce anche sulle pagine della stampa estera. E continua a intrecciarsi con l’indagine della Procura di Bergamo. Per il britannico The Guardian, Francesco Zambon, tra i ricercatori dell’ufficio europeo dell’Oms a Venezia, aveva subito riferito alla sua struttura, a maggio, di aver ricevuto minacce e pressioni dal direttore vicario Ranieri Guerra, per modificare alcuni passaggi dello studio “Una sfida senza precedenti. La prima risposta dell’Italia al Covid“, pubblicato sul sito dell’Organizzazione il 13 maggio e poi scomparso nel giro di 24 ore. Ma, nonostante le segnalazioni del ricercatore, non ci fu nessun procedimento interno, sempre secondo quanto riferisce il media britannico.

Il documento eliminato, firmato da 11 ricercatori (Zambon incluso) dell’ufficio di Venezia, spiegava chiaramente che il Piano pandemico italiano del 2017 confermava i contenuti di quello del 2006. Nessun aggiornamento, ma una conferma. Una circostanza su cui indagano anche i pubblici ministeri di Bergamo, per capire quanto fosse preparato il Paese per affrontare l’epidemia da coronavirus. Zambon si dice pronto ad andare alla Procura di Bergamo e fornire le sue spiegazioni sul piano. "Il punto non sono le conseguenze che potrei subire, lo faccio perché credo fermamente che il mondo abbia bisogno di un’Oms trasparente e indipendente che si concentri sulle persone". E in merito al rapporto, il ricercatore ha ribadito: "Non criticava il governo italiano, ma evidenziava la criticità nella pandemia, partendo dalla premessa del vecchio piano pandemico, che è stato solo “riconfermato“ e non aggiornato nel 2017. Il team ha controllato a fondo questo aspetto e ha scoperto che tutti i piani pandemici successivi al 2006 erano stati semplicemente copiati e incollati". Dopo la rimozione del report dal sito, racconta il ricercatore al Guardian, "ho scritto disperatamente a tutti gli alti funzionari, compreso il direttore generale, avvertendo del pericolo. La pubblicazione aveva un potenziale effetto salva-vita ed era in gioco la responsabilità e la credibilità dell’Oms, perché un conflitto di interessi personale veniva considerato più importante che condividere delle lezioni apprese dal Paese più colpito in quel momento. Zambon sarebbe stato convocato tre volte in Procura, l’ultima due giorni fa, ma gli sarebbe stato impedito dalla sua organizzazione in quanto "protetto dall’immunità. Ma io volevo andare, perché avevo qualcosa da dire". In merito all’ultima convocazione, il suo legale, avvocato Vittore d’Acquarone ha sottolineato: "Noi non abbiamo ricevuto nessun convocazione dalla procura di Bergamo". Negli uffici di piazza Dante, è già stato sentito per cinque ore Ranieri Guerra, oggi direttore vicario dell’Oms, ma nel 2017 direttore generale della prevenzione al ministero della Salute, che era competente sul piano pandemico. C’è il dubbio, anche tra gli inquirenti, che vi fossero state pressioni per la rimozione del documento. Lo studio scomparso dal sito a maggio, era stato recuperato proprio dal Comitato “Noi Denunceremo“, che l’aveva depositato in procura.