
Nessun piano preordinato. Ma l’idea di versare nella bevanda gocce di Rivotril, un medicinale comune che contiene benzodiazepine e solitamente viene utilizzato per gli stati di ansia, è stata decisa al momento, lì al bar Sintony di Entratico dove lunedì pomeriggio i 4 arrestati avevano dato appuntamento all’imprenditore Angelo Bonomelli, 80 anni. "Volevamo solo stordirlo per rubargli l’orologio d’oro, non pensavamo che morisse". L’oggetto della rapina era il Longines a cui era molto affezionato. E’ la versione fornita dai 4 davanti al gip Beatrice Parati nell’interrogatorio in carcere. Tutti hanno parlato: Matteo Gherardi, 33 anni, il padre Luigi, 68 anni, la fidanzata di Matteo, Jasmine, 23 anni, e l’amico Omar Poretti di 24 anni. I primi tre risiedono da poco più di un anno a Piano, frazione di Gaverina, il quarto a Scanzorosciate. Gherardi è assistito dall’avvocato Gianluca Quadri, il padre e la fidanzata dalla collega Roberta Zucchinali; Poretti da Luca Bosisio. Davanti al gip hanno spiegato che l’appuntamento al bar era per rilanciare attraverso i canali social Villa Ortensie, l’hotel a 4 stelle con centro termale di Bonomelli, a Sant’Omobono Terme. Matteo Gherardi, suo padre Luigi e Jasmine conoscevano Bonomelli da qualche mese. Si presentano al bar assieme perché solo il papà di Matteo è patentato.
L’idea di versare il medicinale è presa in quel momento, hanno assicurato, escludendo un piano. Offrono la bibita a Bonomelli "corretta" Rivotril (uno di loro ne fa uso per i problemi di salute). Ne versano solo delle gocce perchè il resto sarebbe uscito dal flacone mentre era in una tasca di uno dei 4. Bonomelli si sente male, Matteo e soci decidono di portarlo al suo Suv e di adagiarlo al posto di guida. Bonomelli è stordito ma ancora vivo. Portano il Suv in un parcheggio pubblico (dove verrà trovato, come dimostrano le telecamere). I 4 si rendono conto che la situazione è sfuggita di mano, tornano indietro per accertarsi sulle condizioni di Bonomelli: respira, il cuore batte. E vanno via portando gli effetti personali dell’imprenditore. Il pm Chiara Monzio Compagnoni (presente agli interrogatori di convalida degli arresti) ha ipotizzato l’omicidio volontario, l’orientamento è quello del dolo eventuale: per l’età di Bonomelli i 4 dovevano mettere in conto la possibilità che un medicinale così forte potesse provocarne la morte. Il giudice ha deciso: tutti restano in carcere per omicidio volontario, aggravato dal concorso in rapina e autoriciclaggio perchè hanno venduto l’orologio rubato. F.D.