MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Valbondione, escursionista ferito dalla frana: assolti Comune e Parco delle Orobie

Venne colpito da un grosso masso e fece causa. Il sindaco: "Una sentenza che riteniamo giusta, la montagna presenta sempre dei rischi"

Un sentiero di montagna nel comune di Valbondione

Un sentiero di montagna nel comune di Valbondione

Valbondione (Bergamo), 21 marzo 2024 – Il 23 settembre del 2017, intorno alle 10.30, mentre stava percorrendo il sentiero numero 301, lungo il tracciato Valbondione-Rifugio Merelli sul monte Coca, era stato travolto da un masso staccatosi dalla parete. Dopo averlo colpito, il grosso sasso era rotolato a valle.

L’escursionista bergamasco ferito era stato soccorso e ricoverato all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Una volta dimesso aveva maturato l’intenzione di fare causa contro il Comune di Valbondione e il Parco delle Orobie, chiedendo il risarcimento dei danni (patrimoniali e non), per un ammontare di 411.425 euro. Secondo l’uomo, il sentiero sul quale stava camminando non sarebbe stato messo in sicurezza.

La vicenda giudiziaria si è conclusa nei giorni scorsi con la sentenza pronunciata dalla terza sezione civile del Tribunale di Bergamo, che ha assolto l’amministrazione comunale di Valbondione e l’ente Parco delle Orobie, escludendo ogni loro responsabilità nell’accaduto e quindi respingendo la richiesta dell’escursionista. Il giudice, in sostanza, ha stabilito che l’episodio non si è verificato per le condizioni del sentiero, ma per effetto della caduta di un masso staccatosi probabilmente da un punto non identificabile della cresta sovrastante. Un geologo, il cui parere è stato acquisito nel corso del procedimento, ha accertato che è impossibile mettere in sicurezza tutta la montagna perché, in pratica, "si dovrebbe impacchettarla".

“Siamo estremamente soddisfatti di questa giusta sentenza – spiega il sindaco di Valbondione, Romina Riccardi – che mette in chiaro un problema: la montagna ha sempre presentato e sempre presenta insiti pericoli per coloro che la frequentano. Non sono certamente i Comuni montani o i Parchi responsabili di ciò. Ferirsi per cause diverse o, purtroppo, perdere la vita frequentando la montagna in ogni stagione può succedere a chi, per passione e per diletto, la frequenta. Se le responsabilità di ciò potessero essere imputabili ai Comuni, scatterebbe un divieto, quanto mai dannoso anche per il turismo montano, di frequentarla".