Vaccino Covid, prime dosi all'ospedale di Bergamo: simbolo lotta alla pandemia/ VIDEO

10 flaconi equivalenti a 50 dosi sono arrivate al Papa Giovanni. Il sindaco Gori: "Festa della vita, ripartiremo"

Vaccino Covid, prime dosi all'ospedale di Bergamo: simbolo lotta alla pandemia

Vaccino Covid, prime dosi all'ospedale di Bergamo: simbolo lotta alla pandemia

Bergamo, 27 dicembre 2020 - Le prime dosi di vaccino anti-Covid sono arrivate nella tarda mattinata di oggi nella Bergamasca. Dopo una breve cerimonia ufficiale svolta alla presenza del presidente della Regione Attilio Fontana e dell’assessore al Welfare Giulio Gallera all’esterno dell’ospedale Niguarda di Milano, dove sono giunte tutte le fiale destinate alla Lombardia, le auto di Areu sono partite alla volta degli ospedali dei capoluoghi di provincia, tra cui il Papa Giovanni di Bergamo e l'ospedale di Alzano Lombardo.

Questa mattina poco prima delle 12, al Papa Giovanni sono arrivati 10 flaconi equivalenti a 50 dosi del vaccino. Le dosi sono state trasportate da convogli AREU, scortate dalla Polizia e consegnate ad Oliviero Valoti, responsabile AAT Bergamo, che le ha portate al Centro prelievi dell’Ospedale di Bergamo dove, in un box dedicato, sono in corso di allestimento le siringhe per la somministrazione. Insieme ai flaconi (ogni flacone produce 5 dosi) sono state consegnate 50 siringhe da 1 ml, 10 siringhe da 3 ml, un centinaio di aghi e 15 fiale da 2 ml di soluzione fisiologica.

Ad eseguire le iniezioni - sempre nei locali del Punto prelievi dell’Ospedale bergamasco, dove in queste settimane sono state eseguite anche le vaccinazioni antinfluenzali agli operatori - sarà l’équipe della Medicina del Lavoro del Papa Giovanni XXIII, guidata da Daniela Borleri. A coordinare le operazioni Daniela Valsecchi, responsabile della Farmacia, Simonetta Cesa, direttore delle professioni Sanitarie e Sociali, Giulia Bombardieri per la direzione Medica e Cristina Caldara, responsabile dei processi socioassistenziali territoriali individuata come referente della campagna. 4 infermieri, 3 medici e 3 farmacisti a partire dalle 15 gestiranno due box dove due persone verranno vaccinate contemporaneamente mentre al desk si procederà al consenso informato. 

Il primario di Terapia intensiva dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Luca Lorini, è stato il primo a ricevere, alle 15 di oggi, il vaccino contro il Covid-19. Lorini è stato in prima linea contro il coronavirus fin da marzo, quando Bergamo e il suo reparto furono letteralmente sommersi dall'emergenza. Con lui a ricevere le prime dosi a Bergamo, città simbolo della prima fase della pandemia, il collega del reparto di Malattie Infettive, Marco Rizzi, e il direttore del Pronto soccorso, Roberto Consentini. Con loro anche il presidente dell'Ordine dei medici, Guido Marinoni e i rappresentanti degli altri Ordini - Infermieri, Ostetriche e Professioni sanitarie - Gianluca Solitro, Nadia Rovelli, Guido Muzzi e i rappresentanti degli infermieri, dei presidi privati accreditati e delle Rsa. Presenti in ospedale il sindaco Giorgio Gori e l'assessore regionale Claudia Terzi. 

“Una giornata simbolica -  sottolinea il direttore generale Maria Beatrice Stasi - dove a scendere in campo sono i nostri operatori più rappresentativi, per il loro ruolo e per il contributo dato alla gestione dell’emergenza insieme a figure simbolo del mondo della sanità bergamasca” Soddisfatto anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. "Vivo questo 27 dicembre, primo giorno di vaccinazioni, come una festa della vita, specialmente per Bergamo, la nostra città - ha scritto il primo cittadino orobico sul suo profilo Facebook - So che anche tra noi c'è chi affronta questo passaggio con diffidenza. Vorrei rassicurarlo, invitandolo a considerare la scienza una compagna affidabile e il vaccino come lo strumento che ci consentirà di far ripartire l'economia e il lavoro, la chiave che ci restituirà la dimensione collettiva che il virus ci ha sottratto". E ha aggiunto:  "In questa dimensione la libertà individuale non può prescindere dalla solidarietà: se c'è una cosa che l'esperienza del Covid ci ha insegnato è che nessuno può porsi in salvo da solo".  "Dobbiamo pretendere che l'organizzazione della campagna vaccinale sia efficace, senza ritardi e inefficienze. Ma oggi è un giorno di festa, che ci dà speranza e che chiama ognuno di noi all'esercizio della responsabilità", ha concluso Gori.