
I carabinieri sul luogo del delitto. In primo piano il comandante provinciale Bandiera (De Pascale)
Villa d'Adda, 15 febbraio 2015 - Incredulità e sgomento. Erano questi ieri mattina i sentimenti più diffusi a Villa d’Adda, dopo la scoperta del cadavere di un viado di circa 45 anni, e di probabile origine brasiliana, nella taverna di una villetta a due piani di via Casargo 17, nelle vicinanze dell’edificio che ospita le scuole medie del paese.
Quando sul posto sono arrivati i carabinieri, sono state numerose le persone che si sono radunate all’esterno dell’abitazione per capire che cosa fosse successo. E quando si è appreso che dentro la casa, oltre al corpo della vittima, c’era anche Daniel Savini, 32 anni, che lì vive con i suoi genitori (in questi giorni fuori per una vacanza) e che è stato arrestato perchè considerato il maggiore indiziato del delitto, la sorpresa della gente è stata tanta. Nessuno si aspettava che un omicidio così efferato potesse verificarsi nel tranquillo paese dell’Isola Bergamasca. I residenti, però, si sono trincerati in un inviolabile riserbo e davanti ai taccuini dei giornalisti e ai flash dei fotografi hanno preferito rimanere in silenzio e non avventurarsi in ipotesi su quello che era accaduto.
Solo in pochi hanno sottolineato che l’episodio “è incredibile” e che “nessuno poteva neanche lontanamente immaginare che Villa d’Adda potesse salire agli onori della cronaca nera per un fatto così raccapricciante”. I vicini di casa di Savini non hanno voluto rilasciare nessuna dichiarazione sulla vicenda e sulla presenza nella villetta di un viado ucciso con diverse coltellate, che lo hanno raggiunto su tutto il corpo. “Sono brave persone, che non hanno mai dato nessuna difficoltà”, si sono limitati a spiegare.
Il pm Fabio Pelosi, il magistrato incaricato delle indagini, e i carabinieri della Compagnia di Zogno e del nucleo investigativo provinciale di Bergamo hanno trascorso gran parte della giornata a Villa d’Adda per cercare di accertare che cosa sia accaduto all’interno dell’abitazione di via Casargo. La pista più battuta dagli investigatori è quella di un delitto maturato nell’ambito di un rapporto sessuale e scaturito brutalmente al termine di un violento litigio. Daniel Savini, però, dopo aver chiamato lui stessi i carabinieri, intorno alle 8,30 di ieri mattina (“Venite, presto, c’è stata una rapina”), si è chiuso nel più assoluto mutismo, rifiutandosi di rispondere alle domande degli inquirenti. E’ stato trovato accanto al cadavere, in stato di choc, e per questo è stato anche trasportato all’ospedale di Bergamo per essere visitato. Accanto al corpo del viado, gli investigatori hanno rinvenuto il coltello che è stato utilizzato dall’assassino per ammazzarlo, e una parrucca da donna.