Tavernola Bergamasca, la dinamite fa camminare la mega-frana

Sul lago d’Iseo riprende lo scavo con le mine a 500 metri dai 2 milioni di metri cubi in bilico. "Il fronte accelerato dalle detonazioni"

 Frana a Tavernola, monitoraggio e strade chiuse

Frana a Tavernola, monitoraggio e strade chiuse

Tavernola (Bergamo) - C’è anche l’attività di scavo tra le concause che, secondo gli esperti, sarebbero all’origine dell’accelerazione della frana di Tavernola Bergamasca, sul monte Saresano, dove 2 milioni di metri cubi di materiale continuano a muoversi verso il lago. Tutto è attentamente monitorato, in attesa di avviare il progetto di mitigazione da 15 milioni di euro, per evitare il crollo del fronte franoso che provocherebbe un’onda anomala che potrebbe colpire Monte Isola e la sponda bresciana d’Iseo. Ma intanto la ripresa dell’attività estrattiva del cementificio Italsacci dalla cava Cà Bianca, è finita in Parlamento, con l’interpellanza urgente del deputato Devis Dori (Leu). L’attività di escavazione a 500 metri in linea d’aria dalla frana (seppur non sullo stesso versante) è sempre stata attenzionata dai tecnici come possibile concausa dell’accelerazione di febbraio scorso, tanto che il 26 agosto sono state fatte due volate, cioè test con esplosivo (una da 300 kg, l’altra da 350 kg), per simulare esplosioni che di routine il cementificio effettua per le attività di escavazione e valutare l’impatto sul fronte franoso.

«Il risultato? I tecnici scrivono che il sistema risente dell’effetto delle volate, accelerando nei 10 giorni successivi", ha evidenziato Dori. Dopo il 3 e 4 settembre, si è registrata una "progressiva decelerazione, fino alla velocità di 0,5 mm al giorno". Sempre secondo gli esperti, l’attività di scavo e alleggerimento lungo il versante e corpo della paleofrana sarebbe al terzo posto tra le concause predisponenti, di possibili innesco o destabilizzazione della frana. Al primo c’è la condizione geologica e strutturale dell’area, al secondo la presenza della paleofrana; seguono l’evento sismico del 16 febbraio, l’attività di lavorazione del cementificio, eventi di ricarica meteorica e la circolazione carsica profonda.

Si attendono ora gli esiti delle due volate da 600 e 400 kg effettuate il 27 ottobre, e proprio per questo Dori ha portato in aula le perplessità del territorio, che si chiede se non si potesse aspettare di avere tutti i dati prima di far ripartire l’escavazione. Secondo la Regione, all’attività, già state pianificate e concordate dagli enti, sono state apposte delle restrizioni (volate da non oltre 350 kg per massimo 2 volte a settimana); inoltre, Cà Bianca non è sul versante in movimento. "La frana ha rallentato rispetto al picco di febbraio 2021 di 2,8 cm al giorno, ma cammina ancora, almeno al doppio della velocità di un anno fa – evidenza Dori – come è possibile, dopo tutte queste avvisagli, che si sta consentendo di sparare fino a 700 chili di esplosivo a poco più di 500 metri dal fronte franoso?".