
Rapporti tesi (CdG)
Bergamo, 17 febbraio 2016 - Avrebbe aggredito e tentato di strangolare l'ex compagna che gli aveva detto di voler troncare la loro relazione. Per questo un 44enne di Gorno è finito davanti al giudice dell'udienza preliminare Tino Palestra con l'accusa di tentato omicidio. Il pubblico ministero Antonio Pansa, al termine della sua requisitoria, ha chiesto la condanna dell'uomo a 6 anni e 6 mesi di reclusione.
Il dibattimento, che si celebra con l'abbreviato, il rito speciale che, in caso di condanna, consente di beneficiare dello sconto di un terzo sulla pena finale, ha però subito uno stop dal momento che il gup ha disposto una perizia medico-legale sulle cartelle cliniche della vittima per accertare se "l'azione (il tentativo di strangolamento, ndr) era idonea al compimento dell'atto", cioè la morte della donna, che si è costituita parte civile con l'avvocato Marialaura Andreucci. La perizia è stata affidata al professor Giancarlo Borra, al quale il 24 febbraio verrà ufficialmente affidato l'incarico. Dall'esito dell'esame potrebbe dipendere la riqualificazione del reato da tentato omicidio a lesioni gravi, come ha chiesto il legale dell'uomo, l'avvocato Emanuela Sabbi. Tutto dipende dalla cosiddetta desistenza: e cioè se il 44enne abbia desistito dal suo tentativo di strangolare l'ex compagna o meno.
La lite, secondo quanto accertato dai carabinieri, era scoppiata all'interno dell'auto dell'imputato, dove gli ex fidanzati si erano incontrati per un chiarimento. La discussione, però, era degenerata e il 44enne, stando alle contestazioni, era passato dalle parole ai fatti: aveva afferrato la donna alla gola e aveva stretto con forza, tanto che la vittima era svenuta. Sempre secondo le accuse, l'uomo aveva poi cercato di rubarle il cellulare dalla borsa (per questo deve rispondere anche di tentato furto), ma era stato poi bloccato dai carabinieri, avvisati di quello che stava accadendo dai parenti della donna che l'avevano accompagnata all'appuntamento con l'ex compagno.
di MICHELE D'ORSI