Nella Firenze del 1307, un incontro esclusivo con il Sommo Poeta, Dante Alighieri, a pochi mesi dalla prima pubblicazione della sua opera.
Maestro Alighieri, cosa l’ha spinta a intraprendere un viaggio attraverso l’aldilà?
"La scomparsa prematura di Beatrice, mia musa ispiratrice, mi ha spinto a cercare risposte sul significato della vita e della morte. Ho voluto creare un’opera che potesse essere una guida per l’umanità, un monito contro i vizi e un invito alla virtù".
Nel suo viaggio incontra personaggi storici e mitologici. Perchè li ha inclusi nell’opera?
"Ho voluto dare voce a coloro che hanno segnato la storia, sia nel bene che nel male. Attraverso i loro destini, ho voluto mostrare le conseguenze delle loro azioni e offrire una riflessione sulla giustizia divina".
La sua opera è stata scritta in volgare, la lingua del popolo. Cosa l’ha spinta a fare questa scelta rivoluzionaria?
"Ho voluto che la mia opera fosse accessibile a tutti, non solo a chi aveva. Il volgare è la lingua del cuore, la lingua che unisce gli uomini".
La sua opera è un capolavoro immortale che continua a influenzare la cultura mondiale. Qual è il suo augurio per il futuro dell’umanità?
"Spero che l’umanità possa imparare dai propri errori e intraprendere un cammino di pace e di giustizia".