Speronò un motocilista. Confermata la condanna: quattordici anni per omicidio

Bergamo, Vittorio Belotti aveva investito mortalmente Walter Monguzzi

Speronò un motocilista. Confermata la condanna: quattordici anni per omicidio

Bergamo, Vittorio Belotti aveva investito mortalmente Walter Monguzzi

La Corte d’assise d’Appello di Brescia ha confermato la condanna a 14 anni di carcere per omicidio con dolo eventuale e aggravato dai futili motivi nei confronti di Vittorio Belotti, magazziniere 50enne di Montello. È accusato della morte del motociclista Walter Monguzzi, 55 anni, di Osio Sotto, agente di commercio, speronato dopo una lite al semaforo, episodio che risale al 30 ottobre 2022 in via Papa Giovanni XXIII, a Montello. Belotti era al volante di una Fiat Panda e aveva urtato la moto del Monguzzi, il quale era caduto nella corsia opposta mentre sopraggiungeva una Bmw che l’aveva investito senza lasciare via di scampo. Belotti, che è ai domiciliari, era presente in aula, ma ha scelto di non parlare.

La sentenza di primo grado era stata emessa il 18 dicembre 2023 dalla Corte d’assise di Bergamo accogliendo il ragionamento del pm Letizia Aloisio che aveva chiesto 24 anni. Ieri durante l’udienza di appello, il sostituto procuratore generale Cristina Bertotti ha chiesto la conferma della condanna, sostenendo che l’imputato, nello speronare il motociclista, ha accettato il rischio che morisse, dal momento che la strada era percorsa anche da altri veicoli. L’accusa ha insistito anche sulla sussistenza dell’aggravante dei futili motivi, dal momento che la lite poi sfociata nella manovra omicida era nata per questioni di precedenza stradale. Il difensore Andrea Pezzotta ha invece invocato la riforma della sentenza di primo grado, sostenendo che Belotti con la sua manovra voleva solo allontanare il rivale perché era spaventato dalla sua aggressività.

Fu il motociclista, ha ricordato il legale, ad affiancare l’imputato, che considerava il diverbio già risolto. Per questo motivo, secondo la difesa, non sussisterebbe l’aggravante dei futili motivi e il reato potrebbe essere derubricato in omicidio preterintenzionale o eccesso colposo di legittima difesa. Ieri in aula anche la figlia della vittima, Martina Monguzzi, costituitasi parte civile con l’avvocato Federico Pedersoli. "Nessuno le potrà restituirle il papà – commenta il legale -, ma la sentenza conferma i due principi su cui abbiamo sempre insistito: e cioè che uno speronamento stradale che determina la morte di una persona è omicidio volontario con dolo eventuale e che nella fattispecie l’imputato ha agito per motivi futilissimi".

F.D.