
Il sindaco Sebastian Nicoli
Romano di Lombardia (Bergamo), 21 marzo 2016 - Il pugno duro usato per combattere i nomadi dediti all’accattonaggio molesto gli è valso nei mesi scorsi l’appellativo di «sindaco sceriffo» di sinistra. Ma Sebastian Nicoli, primo cittadino del Pd di Romano di Lombardia non si è mai preoccupato più di tanto del nomignolo. E dopo la battaglia contro l’accattonaggio molesto, adesso lo «sceriffo» scende in campo contro la presenza dei campi nomadi abusivi. «Niente sgomberi, però – sottolinea Nicoli – bensì ordinanze di demolizione, il termine esatto in caso di costruzioni abusive. Ordinanze di ripristino dei terreni agricoli dove ci sono invece roulotte e caravan. Sono questi gli strumenti in mano all’amministrazione comunale». Strumenti contro i quali ora le famiglie nomadi interessate potranno presentare ricorso, avendo 60 giorni di tempo per effettuarlo. In caso di risposta negativa, dovranno andarsene.
Per adesso sono tre le ordinanze di demolizione emesse contro altrettanti campi abusivi, identificati in diverse aree tra il centro e la campagna di Romano, in cui da anni sono insediati abusivamente nuclei familiari perlopiù appartenenti alla comunità sinti italiana. Si tratta dell’insediamento di via Balilla, in piena zona residenziale, di quello di via Dante, nell’area della Gasparina di Sopra, e di quello sotto il cavalcavia della nuova tangenziale est, che però da qualche giorno è stato abbandonato. Sotto la lente d’ingrandimento della giunta di Sebastian Nicoli è finito anche l’ex maneggio di via Crema, in cui nei mesi scorsi la polizia locale aveva scoperto e smantellato un vero e proprio «residence» della disperazione, con mini-appartamenti ricavati dalle stalle dei cavalli, dati in affitto a immigrati per qualche centinaio di euro. Al centro dell’attenzione è finito però anche il campo nomadi comunale di via per Cortenuova, da tempo fuori controllo nonostante il monitoraggio legato al progetto «Figli del vento» della Caritas, che negli anni passati si era proposto di intervenire su due insediamenti regolari bergamaschi – a Romano e a Trescore Balneario – con progetti di inserimento lavorativo. Con il passare del tempo la popolazione autorizzata a viverci in modo regolare, ha man mano accolto parenti e famiglie di amici, tanto che gli spazi accanto alla caserma dei pompieri sono ormai al collasso e spesso la popolazione supera di parecchio i numeri previsti.