Bergamo – Un dettaglio. Che però potrebbe aiutare le indagini. Sharon Verzeni la notte in cui è stata accoltellata, quella tra lunedì e martedì della scorsa settimana, indossava gli auricolari. Forse stava ascoltando della musica.
Sharon esce di casa intorno a mezzanotte, da via Merelli, si avvia per la sua consueta sgambata. Lo fa con una certa consuetudine dopo che la dietologa le ha consigliato di diminuire di peso. Ascoltando musica arriva in via Castegnate, dove poi si sarebbe consumata l’aggressione mortale. Indossa una maglietta da jogging e le sneakers. Con sé ha solo il cellulare e le chiavi di casa, della villetta dove a quell’ora il suo compagno Sergio Ruocco, elettricista, sta dormendo.
Sharon imbocca via Castegnate dalla piazza della chiesa di Terno d’Isola. All’altezza del civico 32 l’aggressione. La particolarità delle cuffiette, se confermata dagli inquirenti, potrebbe far pensare che il suo assassino l’abbia raggiunta senza che lei se ne potesse rendere conto. Sharon non l’ha sentito arrivare. È stata colpita con quattro fendenti (tre alla schiena e uno al petto, con un’arma importante) e poi l’assassino è sparito nel buio della notte. Li non ci sono telecamere, né un aiuto per sfuggire all’aggressione. Sharon non si è difesa, è quanto emerso dall’autopsia. è solo riuscita a lanciare l’allarme: “Aiuto, mi hanno accoltellato”. Non è bastato a salvarla.
Gli investigatori, coordinati dal pm Marchisio, vanno intanto avanti su più fronti. Oltre alla visione delle immagini delle telecamere, altri indizi potrebbero arrivare anche dalla “lettura” del cellulare della vittima. I suoi contatti passati al setaccio per cercare di dare un volto all’assassino. I carabinieri del Nucleo investigativo sabato pomeriggio hanno fatto un sopralluogo in via Castegnate per rimettere a fuoco il contesto in cui è avvenuto l’omicidio. L’autore forse era a conoscenza delle abitudini di Sharon.
Il telefono della 33enne è ancora sotto sequestro, proprio per verificare tutti i contatti avuti negli ultimi mesi. Dai primi accertamenti non sarebbero emerse zone d’ombra sul suo conto. Una conferma al ritratto che ne hanno fatto quanti hanno conosciuto Sharon: ragazza solare, senza particolari interessi, tranquilla, di poche parole. Un lavoro in una pasticceria di Brembate, la vita con il compagno (i due si erano già sposati in municipio, come ha dichiarato il papà di Sergio, Mario Ruocco).
Un lavoro d’indagine complicato e piuttosto lungo che va di pari passo con il resto degli accertamenti. Resta, tra le ipotesi, quella dello squilibrato, magari un “balordo”. Altro fronte di indagine è quello dei reperti e dei prelievi inviati ai Ris di Parma: i risultati serviranno anche a chiarire se ci siano tracce di Dna sospette, da isolare e analizzare. Anche l’arma utilizzata per l’omicidio al momento non è stata ancora trovata. Sabato Bottanuco, il paese d’origine della 33enne, e Terno d’Isola hanno dato l’ultimo saluto alla giovane. Tanta gente per l’addio. Mentre giovedì, in largo Rezzara, nel capoluogo, si terrà una manifestazione organizzata dalla Rete bergamasca contro la violenza di genere, anche per Sharon. Da inizio anno i centri antiviolenza hanno ricevuto 760 chiamate, di queste cento solo nel mese di luglio.