LUCA MIGNANI
Cronaca

Secondo posto da difendere ma al Milan è dietro l’angolo anche la rivoluzione tecnica

Conceiçao può liberarsi, Fonseca l’alternativa, resta la tentazione Thiago Motta

Sulla strada e nei pensieri di un Milan ormai gioco forza sempre più proiettato verso il futuro, c’è di mezzo anche il presente: il Cagliari, domani alle 20.45. San Siro, settimana scorsa, è rimasto in silenzio per protesta: un silenzio rumoroso, un altro messaggio alla società. Ora, attende: rimane da blindare il secondo posto. E la qualificazione alla Supercoppa Italiana, per avere la chance di giocarsi un altro trofeo l’anno prossimo: Inter, Atalanta e Juventus già certe di partecipare. Terzultima tappa, domani. Poi Torino e Salernitana: +5 sulla Juve, +7 sul Bologna. Con la squadra di Ranieri che si gioca la salvezza è caccia a un successo che manca da sei partite tra campionato e coppa (tre pareggi), mentre nelle precedenti sette erano arrivate solo vittorie. Sotto accusa, soprattutto e ancora una volta, la difesa: 8 gol al passivo nelle ultime cinque gare. Solo Cagliari e Monza (9), Sassuolo e Salernitana (13) hanno fatto peggio. Una difesa, da inizio campionato a oggi, da ottavo posto per reti al passivo e da tredicesimo per tiri concessi, in una stagione comunque segnata dagli infortuni: Tomori e Thiaw sono rimasti ai box due mesi, Kalulu ha giocato la miseria di 190 minuti. Pioli ha provato a sparigliare le carte giocando a tre: due gol incassati dalla Roma nel ritorno di Europa League, altrettanti nel derby scudetto con l’Inter. Partentesi chiusa contro la Juventus: 4-2-3-1 delle origini, 18 conclusioni bianconere, 7 in porta, Sportiello imbattuto. Contro il Genoa, però, le frittate soprattutto di Tomori hanno portato a numeri paradossali: 6 tiri concessi (il Milan ne ha fatti più del quadruplo, 26), ma tris incassato. Maignan, oltre a Kjaer a Loftus-Cheek, ancora fuori. Tornano Calabria, Musah e Jovic. E Pioli tornerà a puntare, ancora una volta, sull’attacco, per chiudere nel miglior modo possibile. Poi i saluti, nonostante un altro anno di contratto: è in pole per la panchina del Napoli. Mentre il Milan guarda al Portogallo: ieri il primo incontro tra il nuovo presidente del Porto Villas Boas e il tecnico Conceiçao. Incontro interlocutorio, la stagione del club si chiuderà il 26 maggio, con la finale di Coppa di Portogallo contro lo Sporting. Conceiçao ha da poco rinnovato il contratto fino al 2028, ma con l’ormai ex presidente Pinto da Costa. E con una clausola che gli permetterebbe di liberarsi e tornare in Italia, dove è stato da giocatore di Lazio, Parma e Inter. Dove vorrebbe tornare anche Paulo Fonseca: l’ex Roma sta temporeggiando, sia con il Lille che gli ha proposto il rinnovo, sia con il Marsiglia che gli ha offerto un triennale. Anche lui, vuole il Milan.

Sullo sfondo Thiago Motta che, anche ieri, non ha voluto parlare della prossima stagione e su cui c’è da più tempo la Juventus. Futuro. Il presente dice Cagliari. E uno stadio, San Siro, da riaccendere. Settimana scorsa i decibel erano saliti in pratica solo al momento del cambio di Leao: fischi per il portoghese che non segna da quattro partite e che, senza guardare in faccia né i tifosi né la panchina, si è infilato nel tunnel degli spogliatoi. Certificare il secondo posto e la qualificazione alla Supercoppa Italiana non porterà cori di giubilo, ma di fatto è l’ultimo obiettivo rimasto. Poi, barra a dritta sul futuro.