Sanità, l'assessore Gallera: "I presìdi sanitari locali non devono scomparire"

L’impegno dell’assessore regionale condiviso con i sindaci delle Valli: "Piario e S. Giovanni Bianco svolgono ruoli fondamentali". Una relazione per il Ministero

L'assessore regionale Giulio Gallera (La Presse)

L'assessore regionale Giulio Gallera (La Presse)

Bergamo, 5 febbraio 2017 - Mobilitazione, presìdi e petizioni sono in atto per cercare di scongiurare la chiusura del punto nascita dell’ospedale Antonio Locatelli di Piario, valle Seriana, e quello di San Giovanni Bianco nella Valle Brembana. «Ridaremo al reparto maternità dell’S.Giovanni Bianco fiducia attraverso una più intensa messa in sicurezza e un ampliamento dell’offerta territoriale», ha precisato Carlo Nicora, Dg Asst Papa Giovanni XXIII. La paventata chiusura da parte del Governo dei punti nascita delle strutture ospedaliere in zone montane ha scatenato la contrarietà immediata dell’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera che si è fatto carico dei diritti delle future mamme e neonati residenti nelle Valli. Per La Valle Seriana il punto nascita rappresenta un servizio indispensabile e vitale per l’intera comunità. «Il centro nascite di Piario è considerato un’ eccellenza e come tale è un dovere tutelare la sua esistenza», ha dichiarato l’assessore.

La causa che ha portato il ministero della Salute a voler chiudere il punto nascite è un continuo calo di parti: 437 lo scorso anno, al di sotto della soglia minima di 500. L’ incontro avvenuto ieri fra i sindaci e i referenti istituzionali delle rispettive Valli per affrontare con concretezza e serietà un percorso per definire priorità e azioni mirate a rafforzare e mantenere attivi tali presidi. Al termine, l’assessore Gallera si è preso un mese di tempo per stilare una lista dei settori a cui apportare modifiche e quelli da sviluppare e gli ambiti da migliorare nelle strutture ospedaliere in esame, producendo in questo arco di tempo numeri e progetti e contesti in cui si evidenzi il reale bisogno di mantenere aperte le porte del reparto di ostetricia di Piario. «Proporremo e attiveremo un’attività di formazione e di rafforzamento dei percorsi relativi alle nascite aumentando il personale assistente al parto, incrementando anche il numero di ostetriche a domicilio», ha dichiarato Gallera. Alla conclusione dei 30 giorni, la relazione verrà valutata dal comitato Nascite e posta al vaglio del ministero della Salute: se ci sarà una risposta positiva, il reparto rimarrà aperto e si procederà con un anno di sperimentazione al fine del quale si deciderà la sua sorte.

«Non c'è stato un depauperamento della struttura ospedaliera, ma pretendere che nel 2020 il costo del personale sia come quello del 2004, costringe i dirigenti a fare salti mortali per mantenere un livello alto», ha concluso l’Assessore. Già lo scorso dicembre è stata messa online, sul sito Firmiamo.it, una petizione per raccogliere 5.000 firme per dire no alla chiusura del punto nascite di Piario ed è in questo contesto che il direttore generale Asst Bergamo Est, da cui dipende Piario, ha sottolineato come il reparto di maternità della Valle Seriana, abbia sempre risposto alle esigenze del territorio garantendone servizio di qualità ed efficienza grazie al lavoro svolto dagli operatori.