
C’è un nuovo rinvio dell’udienza preliminare per il caso Wte, il colosso bresciano con sedi a Calvisano, Calcinato e Quinzano nel mirino della procura per il presunto sversamento tra il 2018 e il 2019 di 150mila tonnellate di materiale contaminato da metalli pesanti e idrocarburi in in tremila ettari di campagna dislocata in 78 Comuni di Lombardia, Veneto, Emilia e Piemonte. Ieri il gup, Cesare Bonamartini, ha sollevato il dubbio di una possibile incompatibilità legata alla sua partecipazione al Riesame davanti al quale finì parte del sequestro collegato all’azienda. Sulla questione si pronuncerà il presidente del Tribunale il 29 novembre, e l’esito si saprà durante un’udienza “filtro”: la causa potrà rimanere davanti a Bonamartini oppure essere riassegnata. In ogni caso si prospetta un altro rinvio, mentre sullo sfondo per alcuni reati si profila all’orizzonte la prescrizione. E ancora, nemmeno ieri il Ministero dell’Ambiente, sebbene la scorsa udienza fosse stata rinviata per notificare all’ente il procedimento, ha manifestato l’intenzione di costituirsi parte civile. Fuori dal Tribunale ambientalisti e comitati hanno protestato. "È una vergogna che lo Stato lasci soli i cittadini che da 23 anni sopportano questa situazione", ha tuonato Emma Lascialfari, Ambiente Futuro Lombardia. B.Ras.