Processo al foreign fighter. Parla il ragazzino torturato

E la madre mostra foto dell’imputato da calciatore

Processo al foreign fighter. Parla il ragazzino torturato

Processo al foreign fighter. Parla il ragazzino torturato

GAVARDO (Brescia)

"Nostro figlio è innocente, guardatelo qui prima di partire per la Siria, vi sembra uno che possa aver fatto le cose di cui è accusato?". A parlare, mostrando la foto di un calciatore giovane e sorridente, è la madre di Samir Bougana (nella foto), il foreign fighter 29enne di Gavardo arrestato una prima volta nell’estate 2019 a Kobane – e già condannato a 4 anni per jihadismo radicale – e una seconda volta, mentre era già in cella, per avere sequestrato e torturato con scariche elettriche un 14enne curdo che rifiutava di piegarsi all’Isis. Ieri in Assise, dov’è in corso il processo, era stato chiamato a deporre il giovane che si rifugiò in Germania e riferì alla polizia le torture perpetrate a suo dire tra il 2014 e il 2015 durante la prigionia in Siria. In aula sono stati sentiti quattro poliziotti tedeschi che ascoltarono il profugo, il quale dopo le prime dichiarazioni e il riconoscimento in foto del presunto aguzzino si sarebbe chiuso in sé stesso, spaventato da minacce.

Gli investigatori hanno confermato che la vittima aveva ricevuto una lettera a firma di tal Al Almani: lo avvertiva che gli avrebbero ucciso un cugino. Il presunto autore era però deceduto due mesi prima della ricezione della missiva. "Abbiamo cercato di capire chi l’avesse scritta, scoprendo che era in contatto con Bougana". La difesa punta a smontare la credibilità del profugo, che nel corso degli anni si sarebbe contraddetto.

B.Ras.