M.A.
Cronaca

Treviglio, pedinata da detective della ditta in malattia: è reintegrata

Confermata la sentenza di primo grado. La donna venne licenziata dalla società Sinergia

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Bergamo, 26 gennaio 2021 - L’incubo è finito. Il giudice del lavoro di Bergamo Raffaele Lapenta, confermando la sentenza di 1° grado emessa il 12 marzo 2019 dalla sezione Lavoro del Tribunale, ha disposto il reintegro al lavoro di Sonia Assanelli, la 50enne di Antegnate, dipendente della Sinergia di Treviglio (società che fornisce servizi di back office per le banche di credito cooperativo), che un anno fa, dopo essere stata pedinata da un investigatore privato messole alle calcagna dalla società per la quale lavorava, era stata licenziata per giusta causa perchè Sinergia aveva ritenuto il suo comportamento incompatibile con il suo stato di malattia.

In malattia per interventi a un braccio (i primi a causa di una malattia del nervo, gli altri per una caduta accidentale), era stata seguita dal detective e fotografata mentre guidava l’auto per brevi tragitti e mentre trasportava una confezione di acqua da 1 litro. Il consulente tecnico nominato dal giudice del lavoro ha però stabilito che tali attività «erano compatibili col regolare decorso post-intervento, rappresentando la progressiva e dovuta mobilitazione dell’arto, come consigliato in sede specialistica». Assanelli:«Mi sono sentita violata nella privacy e dignità. Negli ultimi 2 anni ho fatto 145 giorni di assenza, mi sono separata, ho perso mia madre e mi hanno scoperto delle cellule tumorali per le quali mi sto curando e ho subìto le operazioni».