GABRIELE MORONI
Cronaca

Beltramino Roncalli, nipote del Papa Buono: “Come san Giovanni XXIII, vicino agli ultimi sino alla fine”

Vive nella casa di Sotto il Monte ed è figlio di Giuseppe, il più giovane dei dodici fratelli del Pontefice bergamasco. “Entrambi sapevano farti sentire a tuo agio con una battuta. E sono sempre rimasti parroci”

Papa Bergoglio e Giovanni Paolo XXIII

Papa Bergoglio e Giovanni Paolo XXIII

Sotto il Monte (Bergamo), 27 aprile 2025 – Un giorno ha detto in una intervista: “Oggi Papa Giovanni è Papa Francesco. Papa Giovanni era schietto, non le mandava a dire. Papa Francesco fa lo stesso: hanno lo stesso amore per la gente”.

Beltramino Roncalli ha 85 anni. Vive nella casa di Sotto il Monte trasformata in un piccolo sacrario del culto giovanneo. È un nipote diretto di san Giovanni XXIII, figlio di Giuseppe, il più giovane dei dodici fratelli del Papa.

Beltramino Roncalli, più volte la figura di Jorge Mario Bergoglio è stata accostata a quella di Papa Giovanni. 

“Sono stati due grandi pontefici, vissuti in due epoche diverse, ognuno con la propria personalità. Dal punto di visto umano avevano, per esempio, la capacità di mettere a proprio agio l’interlocutore. Anche con una battuta. L’abbiamo visto anche mia moglie e io, nell’incontrarlo l’anno scorso a giugno. A Pasqua, quando ha impartito la benedizione ‘urbi et orbi’, si è vista tutta la sua sofferenza. Ma poco prima aveva voluto scendere nella piazza. È riuscito a dominare la malattia fino all’ultimo. Anche per questo non ci si aspettava la sua morte”.

Più in profondità, altre similitudini fra i due pontefici?

“L’affidarsi alla forza della preghiera. Papa Giovanni si può dire che abbia fermato la guerra, all’epoca della crisi mondiale per i missili di Cuba. È rimasto a pregare in cappella per tante ore. Me lo raccontò mio cugino prete. A un certo punto, mio cugino si è addormentato. Quando si è svegliato si è trovato di fronte il Papa che lo ha rimproverato bonariamente: “Certo che voi giovani fate in fretta a stancarvi”. Mia nonna diceva che il Papa parla sempre direttamente con il Signore. Anche Papa Francesco ha pregato tanto contro la guerra. Ha fatto la sua parte e l’ha fatta fino in fondo”.

C’era qualcuno che i due grandi Papi hanno amato in modo particolare?

“Hanno amato tutti, come deve essere di un Papa, ma specialmente gli umili, i poveri. Papa Francesco ha fatto del bene ai poveri, ai clochard, ai senzatetto. Ha voluto che sotto il colonnato di piazza San Pietro ci fosse un punto di assistenza, il medico, la farmacia. Scendeva in basilica, entrava in un confessionale e confessava. Ha fatto il parroco. Come Papa Roncalli”.

In cos’altro sono stati simili?

“Sono stati vicini al mondo delle carceri. Papa Giovanni ha incontrato i detenuti di Regina Coeli, ha celebrato la messa di Santo Stefano. Papa Francesco ha incontrato i detenuti, ha pranzato con loro. E amavano i bambini. Nel famoso discorso della luna, Papa Roncalli invita i fedeli, una volta tornati a casa, a dare una carezza ai bambini dicendo: questa è la carezza del Papa. Il giorno di Pasqua, nella sua ultima uscita, Papa Francesco ha fatto fermare per tre volte la papamobile per accarezzare un bambino”.