Per l’accusa, gli imputati si sarebbero resi responsabili a vario titolo di operazioni finanziarie spregiudicate, che puzzavano di bruciato.
Qui si parla del fallimento della società Miniliner srl, compagnia area con sede a Bergamo che svolgeva servizio cargo. La sua principale base era lo scalo di Orio al Serio. Il 30 gennaio 2015 l’Enac, tramite un comunicato, informava di aver disposto la sospensione della licenza di esercizio trasporto aereo merci per motivi economici-finanziari.
Tra i sei imputati a processo in Corte d’assise (presidente Ponsero) figura anche Nicola Radici, 51 anni (difeso dall’avvocato Diodà). Oltre a Radici, ci sono i fratelli Gianluca e Marcello Ferraina (assistiti dagli avvocati Cravela e Baj), Francesco Keller, Giuseppe Racca e Giuseppe Berlusconi (difesi dagli avvocati Borghi e Montaruli). Inchiesta che prende le mosse nel 2018. Chiesti cinque anni per Nicola Radici e Marcello Ferraina; 3 anni e sei mesi per gli altri. Prossima udienza il 21 maggio. La vicenda è stata riassunta dal pm Marchisio, ha parlato di operazioni avventurose, tentativi di mettere una pezza in società decotte. "Bisognava salvare la Miniliner anche perché in quel periodo presidente di Sacbo era Miro Radici, padre di Nicola. Sarebbe stato uno smacco", ha precisato il pm, che ha citato un esempio esemplificativo: un versamento di 50mila euro in cambio di 50 milioni in titoli JpMorgan che valevano pochi centesimi, poi rinvestiti, una sorta di salvataggio.