REDAZIONE BERGAMO

Roberto Guerrisi ammazzato per aver difeso sua figlia dalle violenze del fidanzato: lei aveva già denunciato i maltrattamenti

La vittima, residente a Boltiere, era padre di tre ragazze di 15, 18 e 22 anni. Accusato di omicidio lo zio del ragazzo, Rocco Modaffari: avrebbe sparato lui i due colpi di pistola a bruciapelo. Altri due parenti indagati per favoreggiamento

Roberto Guerrisi e la scena del crimine a Pontirolo Nuovo, nella Bassa bergamasca

Roberto Guerrisi e la scena del crimine a Pontirolo Nuovo, nella Bassa bergamasca

Bergamo – Voleva difendere sua figlia dalle violenze del fidanzato, ma Roberto Guerrisi è stato ucciso a 42 anni con un colpo di pistola alla testa davanti a un’azienda di Pontirolo Nuovo, nella Bassa bergamasca. A sparare, con una calibro 22, sarebbe stato lo zio del ragazzo, Rocco Modaffari, che domenica è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario e portato nel carcere di Bergamo. Altri due parenti di Modaffari, entrambi italiani, sono stati indagati per favoreggiamento personale. Ora si è scoperto anche che la figlia di Guerrisi, che ha due giovani sorelle, aveva denunciato il ragazzo per maltrattamenti all’autorità giudiziaria il giorno precedente al delitto. Le tre ragazze hanno 15, 18 e 22 anni ma non è chiaro, al momento, quale di loro fosse vittima di maltrattamenti.

Tra le due famiglie, entrambe calabresi, era quindi in corso una disputa. Sabato pomeriggio Guerrisi, che viveva a Boltiere e lavorava come operaio alla Tenaris di Dalmine, si era presentato dalla famiglia del fidanzato in difesa della figlia. A quel punto era nata un’accesa discussione tra almeno sei persone appartenenti alle due famiglie durante la quale Modaffari, che ha 58 anni, avrebbe estratto la pistola e sparato due colpi a bruciapelo in faccia al quarantaduenne, uno dei quali lo ha raggiunto. 

Guerrisi è comunque riuscito a percorrere una ventina di metri e a uscire dal cortile dell’azienda, stramazzando poi al suolo vicino a una pensilina degli autobus, dove invano un suo familiare ha tentato di rianimarlo, praticandogli il massaggio cardiaco. Nulla hanno poi potuto nemmeno i soccorritori del 118. L'autopsia, che verrà eseguita nei prossimi giorni, potrà meglio chiarire alcuni dettagli della sua violenta morte.

Il presunto assassino è stato identificato grazie alle immagini acquisite dalle telecamere di un sistema di videosorveglianza privato, che hanno ripreso la scena del crimine. Modafferi, incensurato, vive in un appartamento posto in un’abitazione vicina al luogo del delitto ed è il fratello della madre del ragazzo coinvolto nella disputa.

Domenica mattina, dopo una lunga serie di interrogatori proseguiti per tutta la notte ai membri della famiglia di Guerrisi e a quella del fidanzato della figlia, i carabinieri di Bergamo e Treviglio hanno sottoposto a fermo Modaffari per omicidio volontario: nelle prossime ore verrà sentito dal giudice per le indagini preliminari. A disporre il fermo è stato il sostituto procuratore di Bergamo Giampiero Golluccio, che ha coordinato le indagini dei carabinieri. Perquisita anche la casa di Modaffari, così come l’azienda della famiglia, la “Db Car”. In azione anche i vigili del fuoco, che in queste ore stanno cercando l’arma del delitto nella zona dell’omicidio: domenica sera, però, non è stata ancora recuperata.